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Didattica delle lingue, convegno a Trieste in onore dei 75 anni dell’Associazione Nazionale Insegnanti Lingue Straniere

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Quando è nata l’Anils nel 1947 l’Italia e la scuola italiana erano profondamente diverse da quelle che conosciamo oggi; quella educativa infatti è una delle istituzioni in continua mutazione, in un clima globale di influenze, commistioni, scambi di pratiche, grazie soprattutto al massiccio ingresso delle tecnologie.

Per ripercorrere questi tre quarti di secolo, ma soprattutto con l’obiettivo di guardare al futuro, si sono riuniti il 9 e il 10 dicembre soci, esperti, docenti di lingue straniere provenienti da tutta Italia.

Dopo anni di distanza (l’ultimo convegno in presenza si è svolto nel 2020) quello del 2022 si è svolto in modalità duale: in presenza a Trieste e a distanza su piattaforma.

Tema dell’incontro è stato “La storia serve per costruire il futuro. La didattica delle lingue in Italia attraverso 75 anni di ANILS” legato a due importanti anniversari da festeggiare, quello di Anils, appunto nata nel 1947, che ha tenuto il primo congresso nel 1949 e della rivista SeLM, che di anni invece ne compie 60.

I temi del convegno

Nell’introduzione il professor Paolo Balboni, tra i massimi esperti di glottodidattica e didattica delle lingue a livello internazionale, già docente all’università Cà Foscari di Venezia, ha ripercorso la storia dell’Anils in parallelo a quella della scuola italiana: dagli anni 60, quando è stata introdotta la scuola media obbligatoria, passando per l’abolizione del latino nella scuola media negli anni 70, ad un excursus sulla lunga tradizione di insegnamento delle lingue moderne sulla falsa riga di quelle classiche.

Al centro dell’intervento di Balboni anche la storia della formazione dei docenti di lingue, la nascita dei licei linguistici e il Progetto Speciale Lingue Straniere di fine XX secolo.

Qual è oggi lo scenario?

Tra i temi emersi durante il convegno di Trieste c’è stato il CLIL (Content and Integrated Language Learning), il metodo nato nel 1994 in Finlandia, più che mai innovativo nonostante i quasi trent’anni, che ad oggi l’Italia è il primo, e per ora unico, paese europeo ad averlo adottato ufficialmente nelle scuole; si è parlato anche di multilinguismo, sempre più presente nelle classi con numeri alti di alunni e alunne con numerosi background linguistici, che spesso si vive e si affronta in aula solo alla luce dello “svantaggio” e anche di translaguagism.

La didattica della letteratura e la necessità per i docenti di lingue straniere di essere sempre più attivi e presenti nelle reti e nelle community europee sono stati altri temi al centro del dibattito dei tanti insegnanti di lingue convenuti a Trieste. Si è parlato inoltre della sempre attuale questione della formazione dei docenti di lingue, aprendo uno scenario interessante che è quello di formare i docenti, coinvolgendo gli studenti. È stato affrontato anche il tema dell’italiano L2 nelle scuole di ogni ordine e grado, argomento sempre più importante e centrale nella scuola multilingue, che ha sostituito definitivamente quella monolingue.