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Dirigenti scolastici, basta; presidi elettivi al loro posto, ma nessuno spiega come fare

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L’ipotesi di cancellare nel sistema di istruzione la figura del dirigente scolastico da sostituirsi con un docente eletto dal collegio dei docenti ritorna periodicamente nel dibattito sui problemi della organizzazione della scuola.
I fautori di questa soluzione citano il caso delle Università dove i rettori sono appunto eletti dai docenti, dai ricercatori e dal personale tecnico e amministrativo dell’ateneo oltre che dai rappresentanti degli studenti.
L’ipotesi è certamente suggestiva anche se per la verità non ci risulta che siano state formulate proposte concrete per renderla praticabile.
In altre parole non ci risulta che i diversi soggetti che parlano di “preside elettivo” abbiano mai chiarito in che modo, praticamente, si potrebbe passare dall’oggi al domani dal sistema attuale ad un sistema simile a quello universitario.
Certamente, però, la prima cosa che andrebbe fatta sarebbe quella di cancellare la norma di legge che sta alla base della dirigenza scolastica, e cioè il decreto legislativo 59 del 1998 emanato in applicazione della legge delega dell’anno precedente con cui veniva istituita l’autonomia scolastica.

Ma va detto che non basterebbe neppure ritornare al regime pre-autonomia perché, in ogni caso, prima del 1998 le scuole erano comunque dirette dai presidi e dai direttori didattici il cui stato giuridico era stato definito con uno dei decreti delegati del 1974 ma che esistevano già in precedenza.

Peraltro bisogna aggiungere che le disposizioni del decreto 59/98 sono confluite nel TU 165 del 2001 che regolamenta l’intero comparto del pubblico impiego, testo unico che, a sua volta, definisce in modo ancora più preciso le competenze dei dirigenti pubblici.
Si tratta poi di capire se ad una figura elettiva si possano attribuire poteri di carattere dirigenziale (pensiamo anche soltanto alla questione della stipula di contratti e appalti), a meno che non si voglia introdurre nelle istituzioni scolastiche una sorta di “diarchia”: responsabilità dirigenziale concentrata soprattutto sugli aspetti amministrativo-contabili agli attuali DSGA e attività di coordinamento didattico al “preside elettivo”.
Ci sarebbe però poi da capire a chi spetterebbero taluni compiti che attualmente sono dei dirigenti scolastici riferiti al rapporto di lavoro di docenti e Ata.
C’è poi da considerare che andrebbe rivisto anche l’attuale modello di contrattazione decentrata in quanto le norme attuali prevedono che i contratti vengano stipulati da personale con qualifica dirigenziale.

Ultima questione: chi dovrebbe/potrebbe partecipare al voto nel caso in cui il preside dovesse diventare una figura elettiva?
Se la ratio è quella di avere presidi rappresentativi della comunità scolastica allora dovrebbero poter votare non solo i docenti, ma anche il personale Ata, i genitori e gli studenti (o perlomeno i loro rappresentanti) esattamente come avviene nelle università.
Come si può facilmente comprendere il passaggio dal sistema attuale a un modello diverso  non è per nulla semplice e, almeno per il momento, nessuno ha ancora formulato una proposta di legge chiara e comprensibile.