Home Disabilità Disabili rimasti senza scuola, la condanna di Faraone: basta inclusione a intermittenza

Disabili rimasti senza scuola, la condanna di Faraone: basta inclusione a intermittenza

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“Le differenze tra Nord e Sud si annullano quando si tratta di inclusione a intermittenza”: così commenta il sottosegretario Davide Faraone, le vicende dei due alunni disabili allontanati da scuola.

Il primo caso è quello di una bimba campana di 11 anni affetta da Aids, a cui il preside non avrebbe permesso di frequentare le lezioni nella classe dove inizialmente era stata collocata; il secondo, emerso nelle ultime ore, si è verificato in Piemonte e riguarda un 12enne autistico, prima emarginato, poi cacciato perché reputato “troppo grave”.

Eppure, commenta il sottosegretario, “la scuola deve essere sempre inclusiva e attrezzata per far fronte in maniera professionale alle specificità di ogni bambino”.

Dopo aver riassunto i due casi di rifiuto, Faraone ha ricordato che “le scuole devono tenere le porte aperte per tutti. Non ci devono essere bambini “ingestibili”, né spazio per timori e paure per chi è “diverso”. E la comunità scolastica – tutta- deve essere preparata in maniera specifica per accogliere i ragazzi e per accompagnare la naturalezza dell’inclusione. Questo vuol dire insegnanti di sostegno specializzati nelle singole disabilità, non per il gusto di trasformare la scuola in un ospedale ma per realizzare un’inclusione reale. La disabilità non è un monolite”.

 

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Il sottosegretario, che nei giorni scorsi ha presieduto al Miur il primo tavolo di confronto con le parti sociali sulla legge delega proprio per la riforma del sostegno, affidata dalla Buona Scuola al Governo, si è quindi chiesto: “che senso ha avere insegnanti di sostegno formati, ma non in modo specifico e, quindi, impotenti? Costretti a ricorrere ad aulette speciali e corridoi dove finiscono i bambini di turno come fossero carcerati? Questo non è il sostegno che vogliamo, questa è inclusione ipocrita. Basta con l’approssimazione. Basta con quei casi in cui il sostegno usato come una corsia preferenziale per l’immissione in ruolo”.

Secondo il rappresentante del Governo Renzi, la riforma del sostegno agli alunni disabili, che dovrebbe prevedere una specializzazione sulle macro-patologie e il raddoppio degli anni di appartenenza sul supporto agli alunni disabili, da 5 a 10, è l’occasione per voltare pagina: è giunta l’ora di finirla, scrive ancora Faraone, col “sostegno delegato a pochi: l’inclusione la fa l’intera comunità scolastica – genitori compresi – e tutti devono essere formati e preparati per farlo. Grazie alla delega della legge 107 cercheremo di eliminare le storture di un sistema che in certi casi si mostra fallace e inadeguato”.

“Dobbiamo far sì che quegli insegnanti di sostegno che sono “eroi per scelta” – e per fortuna, e sono pure tanti in Italia – siano la normalità. Non devono esistere più corridoi per ragazzi “ingestibili”. Né aulette ad hoc. Piuttosto in quelle aulette le scuole ci facciano laboratori”, ha concluso Faraone. Stavolta saranno davvero in pochi a dargli torto.

 

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