
Per anni, gli insegnanti di religione, come riporta il sindacato Snadir in un comunicato del 30 luglio, hanno sopportato una situazione di precariato ingiusta e illegittima, ma una serie di sentenze della Corte di Cassazione e nuove disposizioni legislative stanno finalmente aprendo la strada a una svolta decisiva per la loro stabilizzazione.
La giurisprudenza ha consolidato un principio granitico: l’Amministrazione scolastica non può continuare a impiegare contratti a tempo determinato per questi docenti oltre il limite di tre anni, poiché essi coprono posti vacanti stabili e non supplenze temporanee.
“L’abuso del precariato è ingiusto”
Le recenti pronunce della Suprema Corte, che ammontano ormai a 51, non solo riconoscono il torto subito, ma obbligano anche il Ministero dell’Istruzione e del Merito a risarcire integralmente i lavoratori, inclusi spese legali e compensi professionali. Il segretario nazionale dello Snadir, Orazio Ruscica, ha ribadito con fermezza che non è più tollerabile aggirare le regole e che “l’abuso del precariato è ingiusto, è illegale ed è sotto gli occhi di tutti”.
Un segnale tangibile di cambiamento è giunto con l’articolo 47, comma 9, del D.L. 36/2022, che ha modificato l’articolo 1-bis, comma 2, introducendo una procedura straordinaria non selettiva per la stabilizzazione dei docenti di religione con almeno 36 mesi di servizio, basata su una prova orale didattico-metodologica. Questo provvedimento porterà, dal 1° settembre 2025, all’immissione in ruolo di 6.022 docenti di religione, un passo fondamentale per ridurre drasticamente il fenomeno del precariato.
Tuttavia, la battaglia non si ferma qui: è considerata urgente da Snadir la necessità di aumentare la quota dei posti di ruolo dal 70% al 95%, al fine di garantire una vera e completa possibilità di stabilizzazione a tutti gli insegnanti che ne hanno diritto.
Immissioni in ruolo docenti di religione precari dal 1° settembre 2025
Oltre seimila immissioni in ruolo per gli insegnanti di religione precari, a partire dal primo settembre 2025. Un numero più alto di quello inizialmente previsto per la procedura straordinaria. La notizia, anticipata nei giorni scorsi da La Tecnica della Scuola, è stata confermata dal ministero dell’Istruzione e del Merito, che ha pubblicato nei giorni scorsi il relativo decreto.
“Il numero dei posti è stato aumentato rispetto a quello previsto dai due bandi (DDG 1327 e 1328 del 29 maggio 2024)”, confermano dal sindacato, che negli ultimi mesi ha seguito da vicino la vicenda. L’aumento dei posti, spiegano, è avvenuto perché “le procedure concorsuali ordinarie per l’Irc sono in corso di svolgimento”, e di conseguenza “non potranno completarsi in tempo utile per le immissioni in ruolo al prossimo settembre 2025“.




