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Docenti e social, come si comportano le altre realtà europee

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La tolleranza verso i “leoni da tastiera”, specie se questi rivestono ruoli di natura istituzionale, come docenti e personale scolastico, appare sempre più ridotta. Gli insulti ed i malauguri lanciati alla Premier Giorgia Meloni da un docente – dipendente del Ministero dell’Istruzione e del Merito – hanno fatto il giro del web, provocando indignazione e reazioni dell’opinione pubblica.

Il Ministro dell’Istruzione Valditara ha annunciato sanzioni nei confronti dei docenti e del personale scolastico che utilizza i social networks in maniera anomala ed offensiva e che non ottemperano ad un definito codice etico, caratterizzante delle professioni più delicate come quelle del mondo della formazione. Come si comportano le realtà europee in tal senso? Vi sono sanzioni, licenziamenti o sospensioni?

Il codice etico nelle altre realtà europee

In Germania, le violazioni del codice etico da parte del personale docente sono regolate dal diritto disciplinare dei funzionari pubblici (Beamtenrecht), poiché la maggior parte degli insegnanti nelle scuole pubbliche è formalmente inquadrata come “Beamtinnen” o “Beamte”. Le infrazioni possono includere comportamenti non conformi all’obbligo di lealtà, abuso dell’autorità educativa, condotte immorali o discriminazione. Il procedimento disciplinare è avviato da un’autorità scolastica o dal ministero dell’istruzione del Land competente (l’istruzione è materia federale), e può portare a una gamma di sanzioni: dal semplice richiamo formale, alla multa, fino alla retrocessione o alla destituzione dal servizio.

Nei casi più gravi, come abusi sui minori o atti razzisti, si procede parallelamente in sede penale. È fondamentale il rispetto della proporzionalità e del diritto alla difesa, e il docente può presentare ricorso presso il tribunale amministrativo. In Francia, il personale docente è soggetto al code de l’éducation e al statut général de la fonction publique. Le sanzioni per la violazione del codice etico sono applicate attraverso una procedura disciplinare interna che può essere promossa dal dirigente scolastico o dal rettorato. Le infrazioni sanzionabili comprendono il mancato rispetto dei principi di laicità (laïcité), imparzialità, integrità e rispetto verso gli studenti. Le sanzioni vanno dall’avvertimento scritto alla sospensione temporanea, fino alla revoca dell’incarico per gravi mancanze, come molestie, propaganda politica o religiosa, o maltrattamenti. Il docente ha diritto alla difesa e può essere assistito da un rappresentante sindacale. 

Sospensione o esclusione dal servizio 

Nel Regno Unito, la Teaching Regulation Agency (TRA) ha il potere di esaminare le condotte inappropriate degli insegnanti e, nei casi più gravi, può emettere un Prohibition Order, che impedisce definitivamente o temporaneamente l’insegnamento. Le violazioni includono abusi verbali o fisici, comportamenti sessualmente inappropriati, frode nei voti o gravi negligenze.

Il procedimento è pubblico, ispirato a criteri legali e trasparenti, e può includere un’udienza davanti a un professional conduct panel. V’è particolare attenzione in materia di social networks e piattaforme: contenuti ritenuti offensivi, discriminatori o inappropriati possono compromettere il docente dal punto di vista etico e professionale. Si procede prima con sanzioni amministrative, poi pecuniarie, e si arriva alla radiazione dall’albo professionale, fatto che impedirebbe al soggetto di esercitare la professione.