“Ho chiesto subito al Miur di trovare una soluzione: è un problema endemico che scontenta tutti, ma non basta un atto d’imperio con la penna del Ministro”. Sono le parole di Lorenzo Fioramonti, Ministro dell’Istruzione, che ha rilasciato ai microfoni de La Tecnica della Scuola, nel corso di un’intervista alla nostra testata giornalistica.
Come sappiamo, la vicenda dei docenti esiliati della legge 107 era fra i punti caldi presenti nel documento sintetico relativo all’iniziativa “Dillo al Ministro”: stiamo parlando di una vicenda che ha avuto inizio nel 2015 con il piano straordinario assunzioni della legge 107/2015, la Buona scuola, e che è proseguita con le operazioni di mobilità successiva che ha visto migliaia di insegnanti “inviati” lontanissimi da casa a causa dell’algortimo ministeriale giudicato fallace dai Tribunali.
“Questi sono i paradossi del sistema: va la mia solidarietà a questi docenti che devono fare centinaia di chilometri per insegnare facendo spesso grandi i territori in cui lavorano”, afferma il Ministro, che spiega: “Non è facile intervenire in questo quadro. E’ una situazione che scontenta tutti, i docenti in primis, ma tutto il sistema scolastico. E’ un grande danno che però merita di essere risolto con estrema attenzione”.
In realtà gli stessi docenti “esiliati” hanno più volte suggerito alcune misure da adottare per risolvere la questione: in primis un piano straordinario di mobilità destinata proprio agli insegnanti costretti a lavorare a centinaia di chilometri di distanza.
Altra proposta, appoggiata anche da varie forze politiche, potrebbe essere quella di aumentare, in accordo con i sindacati, la quota di mobilità interprovinciale per il triennio 2020-2022, lasciandola al 40%.
Le testimonianze sono tantissime in tal senso. Ad esempio: “Sono 5 anni che abbiamo sfasciato famiglie ed i nostri stipendi vengono prosciugati interamente in affitti, alloggi, viaggi, ecc… I nostri figli minorenni sono affidati ai nonni perchè noi dobbiamo esercitare la docenza a centinaia e migliaia di km da loro”.
A dimostrazione del fatto che la vicenda ha assunto sempre più dei contorni estremamente difficili per chi li vive in prima persona.
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