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Docenti in maglietta rossa pro-migranti. L’ira di Salvini: meno male, pochi i prof che fanno politica

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Trova consensi pure nella scuola, l’iniziativa lanciata dall’associazione Libera a sostegno di migranti, in particolare per sensibilizzare l’opinione pubblica per quelli morti in mare: sabato 7 luglio, degli insegnanti, impegnati come commissari degli Esami di Stato, in corso di svolgimento in questi giorni, si sono presentati al colloquio finale con gli studenti maturandi in maglietta rossa.

Galeazzo Bignami (FI) apre interrogazione

Non sarebbe ancora noto il nome della scuola dove è accaduto il fatto, anche se secondo il deputato bolognese Galeazzo Bignami (FI), che ha anche dichiarato di volere aprire una interrogazione parlamentare in merito, la presenza dei prof in maglietta rossa si sarebbe svolta in un istituto superiore “probabilmente nel palermitano”.

“Un gesto altamente inopportuno —ha detto Bignami in una nota — nonché fazioso e strumentale, soprattutto perché messo in atto all’interno di un istituto scolastico, luogo deputato a trasmettere conoscenza e non certo a manifestare ideologie”.

Ora, ha concluso Bignami, il ministero «chiarisca se intende assumere provvedimenti e se, anche per il futuro, intenda valutare di emanare una circolare specifica volta a chiarire che tali manifestazioni, evidentemente di carattere ideologico e strumentale, non possono e non devono trovare spazio nelle aule scolastiche».

Il vicepremier: chi fa politica a scuola sempre pro-sinistra e immigrazione

Non sono mancate le polemiche anche in seno alla maggioranza di governo. Tra i contrari, spicca, per i toni forti, come suo costume, il ministro dell’Interno e vicepremier, Matteo Salvini, il quale in tweet scrive: “Per fortuna gli insegnanti che fanno politica a scuola (guarda caso sempre pro-sinistra e pro-immigrazione) sono sempre di meno, avanti futuro!”.

Salvini: non sanno più cosa fare

Il giorno prima, parlando a una festa della Lega ad Adro, Salvini era stato ancora più duro: “Siccome a sinistra sono frustrati e depressi e non sanno più cosa fare si sono vestiti di rosso. L’unico rosso che mi piace è quello del vino e del salame e della Ferrari che ha vinto oggi. Altro rosso non mi interessa”.

E ancora: “Ma lo avete visto Gad Lerner? Ha fatto l’appello per gli immigrati con la sua maglietta rossa e il Rolex. E poi si stupiscono se perdono le elezioni. Io penso che se ognuno di questi compagni con il cuore gonfio e il portafogli ancora più gonfio ne mantenesse dieci a testa avremmo risolto il problema dell’Italia”, ha concluso il vicepremier leghista.

Gad Lerner: anche Salvini tra i creduloni

Pronta, era sta la replica dell’ex direttore del Tg1: “Il ministro @matteosalvinimi si è unito al coro dei creduloni che mi attribuiscono una villa a #Portofino (!) e un “costosissimo orologio d’oro” al polso (!!). Tranquillo, il mio vecchio #Rolex costa sicuramente meno dei suoi numerosi cambi d’abito quotidiani #magliettarossa”, ha scritto Gad Lerner in un tweet.

Anche altri giornalisti hanno aderito all’iniziativa di Libera, come a Raiewsn24. E hanno replicato anche loro alle accuse arrivate per avere indossato la maglietta rossa.

“Aderire ad iniziative di solidarietà e in difesa dei diritti umani – ha poi precisato il cdr del Tg3 – non vuol dire scegliere una parte politica, ma proclamare l’inviolabilità di principi fondamentali per la democrazia, peraltro perfettamente in linea con quegli stessi valori espressi dalla Costituzione cui si impegna ad ispirarsi sia chi giura assumendo un incarico pubblico sia la Rai, i suoi giornalisti, nell’adempiere alla missione di Servizio Pubblico”.

Cdr Tgr: propositi punitivi da esponenti politici della maggioranza

“Il Cdr del Tg3 sottolinea che la scelta di ciascuno a sostegno dei diritti umani è avvenuta – e può essere adottata in ogni caso – nel rispetto della libertà di espressione e della deontologia professionale”.

“Il Tg3 manifesta preoccupazione per i propositi punitivi manifestati in questa occasione da esponenti politici della maggioranza, che peraltro arrivano dopo dichiarazioni sulla Rai, che, in questa stagione, secondo un copione già visto in quelle precedenti, paiono andare in direzione opposta a quella di una autonomia dell’azienda e dei suoi giornalisti da ogni forma di condizionamento”.