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Domani, 25 maggio, quasi 50 milioni al voto

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Sono oltre 49 milioni gli italiani chiamati alle urne, dalle ore 7 alle ore 23, per eleggere i 73 membri del Parlamento europeo spettanti all’Italia. Oltre ad eleggere il parlamento europeo, in Italia si svolgono consultazioni per i parlamenti regionali di Abruzzo e Piemonte e i consigli di 4.086 comuni. Lo scrutinio dei voti per il Parlamento europeo inizierà a partire dalle ore 23 di domenica, subito dopo la conclusione delle operazioni di voto e l’accertamento del numero dei votanti. Dove sono previste le elezioni regionali e comunali, lo scrutinio partirà dalle ore 14 di lunedì 26 maggio, dando la precedenza allo spoglio delle schede per le elezioni regionali. La singolarità “singolare” di questa campagna elettorale, una fra le più furiose e accanite che ricordiamo, sta tutta nel non avare affronto, se non in modo superficiale e per sommi capi, non solo temi quali i meccanismi che muovono l’apparato burocratico e politico dell’Ue, quindi se si intende rinnovarli e come e perché, ma anche argomenti relativi agli scenari che si prospettano per il futuro, in funzione dell’istruzione e del diritto di cittadinanza. Quasi tutti i partiti però, sul merito delle europee, si sono concentrati nell’attacco comune contro la Germania, additandola come il nemico da sconfiggere e la sola causa della nostra crisi, sorvolando sulla mancanza quasi pietosa di una seria politica economica e industriale, insieme all’abbandono pernicioso delle nostre più importanti fonti di risorse come la cultura, la scuola, l’arte, l’istruzione. Il nemico insomma principale contro cui vale la pena di combattere e verso cui tutti sono chiamati a pronunciarsi, sfoderando argomenti che se si guardano con attenzione appaiono disarmanti. Chi ha mai impedito ai nostri parlamentari europei di fare valere la loro voce, tonante e acuta, per rintuzzare le presunte mire espansionistiche tedesche, considerato pure che tra la nostra rappresentanza europea abbiamo cantati di vecchio pelo e bravura come la Zanicchi? E tolta la rappresentazione del nemico comune, la campagna elettorale è sembrata un duello, anzi un “triello”, come sottolineava un commentatore politico, fra i tre maggiori interpreti di questo film tridimensionale che ha pure richiamato la famosa pellicola di Sergio Leone: “Il buono, il brutto, il cattivo”. Un “triello” fra chi la sparava più grossa, anche se, bisogna dirlo, il Clint Eastwood dello “spaghetti western” elettorale è sembrato Renzi, assai più moderato nelle ingiurie degli altri due che tra Hitler, cani e terrorismi vari, compresi accuse di condanne reciproche e di evasione fiscale reciproca, hanno costretto il dibattito nell’ambito domestico e non più europeo come era opportuno che si facesse. Tuttavia, per quanto ci riguarda, e considerato appunto che se ne è fatta una questione prettamente italiana, con minacce di elezioni immediate o comunque a breve termine, se l’attuale segretario del Pd non superasse gli altri competitor, siamo andati a ripassarci i programmi elettorali del Pd, Pdl-Fi e 5Stelle relativi all’istruzione: non si sa mai, abbiamo pensato. Ed è stata una buona pensata, perché ci ha fatto ulteriormente riflettere e capire per chi votare domani. Perché domani è bene che si vada a votare, evitando però, ci permettiamo di suggerire, la scheda bianca che potrebbe essere “votata” di nascosto durante lo spoglio