
Nel vasto e complesso mondo del Terzo Settore, il campo socio-educativo e psico-pedagogico rappresentano un presidio fondamentale per rispondere con competenza e umanità ai bisogni delle persone, in particolare di coloro che vivono situazioni di fragilità, vulnerabilità o marginalità educativa. Da pedagogista, credo profondamente che l’educazione sia una leva di trasformazione e ho quindi deciso di mettere le mie competenze al servizio di questo settore spesso poco valorizzato e conosciuto anche se di fondamentale importanza per generare benessere, inclusione e consapevolezza.
Oggi collaboro con la Cooperativa Sociale Stamira sita a Marzocca, una realtà attiva nel campo socio-sanitario, educativo e, con mio grande orgoglio, in campo psico-pedagogico. Nel nostro lavoro quotidiano poniamo al centro la persona nella sua unicità, promuovendo dignità, autonomia e partecipazione.
Attualmente ho l’opportunità di coordinare un importante progetto che mira ad offrire sul territorio della provincia di Ancona e dell’area senigalliese un servizio professionale, riconosciuto e certificato, per la valutazione, la diagnosi e l’intervento pedagogico nei casi di DSA. Vogliamo diffondere ancora di più l’importanza di una diagnosi precoce e la fondamentale adozione di un approccio multidisciplinare nella presa in carico della persona, così da costruire un percorso realmente efficace orientato allo sviluppo delle potenzialità individuali.
Coordinare quindi il percorso di accreditamento ambulatoriale per i Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) è una grande responsabilità e gratificazione, poiché significa guidare un’équipe interdisciplinare, garantendo il rispetto dei criteri normativi e sanitari, ma soprattutto assicurando che ogni fase del lavoro venga svolta con rigore, attenzione alla persona e in un’ottica sempre inclusiva. Non si tratta solo di raggiungere un traguardo tecnico, ma di costruire un servizio che metta realmente al centro i bisogni della persona.
Purtroppo però, come spesso accade nel Terzo Settore, il cammino non è semplice: le difficoltà burocratiche e organizzative sono reali e complesse, e richiedono uno sforzo costante di adattamento, aggiornamento e negoziazione con enti e normative. Quotidianamente io e i miei colleghi ci troviamo a dover superare ostacoli immensi nonostante il ruolo fondamentale del Terzo Settore nel promuovere il benessere della comunità, che appunto spesso viene ostacolato o rallentato. Uno dei valori di questo lavoro emerge proprio nell’affrontare queste sfide, ovvero trasformare i vincoli in possibilità, unendo visione pedagogica e concretezza organizzativa.
La mia esperienza mi ha insegnato che le cooperative sociali rappresentano oggi un ponte essenziale tra pubblico e privato: realtà capaci di coniugare valori etici, competenze professionali e risposte territoriali efficaci. Pedagogicamente parlando, mi preme sottolineare che l’educazione non è mai un intervento standardizzabile ma un processo che richiede ascolto, flessibilità, capacità di lettura e continua crescita.
Che cosa significa essere pedagogista nel Terzo Settore?
Essere pedagogista nel Terzo Settore significa abitare e vivere la complessità, con uno sguardo capace di tenere insieme teoria e prassi, individualità e collettività. Sono orgogliosa del lavoro che svolgo ogni giorno a scuola e con la cooperativa Stamira, in cui credo fortemente, per dar voce a questo settore. Un lavoro fatto di studio, passione, responsabilità e cura. Guardo al futuro con la volontà di continuare a innovare i servizi educativi, affinché sempre più persone possano accedere a percorsi di crescita, cura e partecipazione.
Essere pedagogista però significa anche continuare a emergere e a farsi spazio, in un contesto in cui questa figura professionale, così come il Terzo Settore stesso, non sempre riceve il giusto riconoscimento. È un percorso che richiede consapevolezza, tanta determinazione e tanta volontà per non scoraggiarsi e continuare a dare voce a un sapere fondamentale per il benessere collettivo.
Caterina Stronati