
Nel mondo della politica si sta discutendo da qualche giorno sullo stop ad attività di educazione sessuale fino alla scuola secondaria di primo grado, disposto da un emendamento al Ddl Valditara sul consenso informato approvato questa settimana.
Ad intervenire anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio, intervistato a SkyTg24, come riporta Ansa. “Riteniamo che questa educazione debba avvenire in famiglia e si dà con l’esempio del rispetto verso l’altro, indipendentemente dal sesso, dalla religione e da qualunque differenza”.
“L’educazione sessuale nelle scuole se venisse inserita in modo settoriale rischia di fare la stessa fine dell’insegnamento dell’educazione civica”, ha aggiunto.
“Nordio si avventura oggi a parlare di scuola affermando che l’educazione sessuale sia compito esclusivo delle famiglie, perché ‘si dà con l’esempio del rispetto verso l’altro’. E la scuola dovrebbe starsene alla larga. E le famiglie in cui c’è violenza domestica? In quelle dobbiamo davvero lasciare i ragazzi a imitare ciò che vedono? La scuola non è un optional: è l’unico presidio capace di insegnare rispetto, consapevolezza e autonomia quando l’esempio a casa fa acqua da tutte le parti. Affidarsi solo alle famiglie è un’idea irresponsabile, quanto discutibile, soprattutto se a darla è un ministro che fatica a dare l’esempio nemmeno di sobrietà e misura. Su questo argomento, come su altri, Nordio non sa di cosa parla. È in linea con lo stile retrogrado del governo di cui fa parte”, così gli esponenti M5S in Commissione Cultura.
La replica
Immediata la risposta delle opposizioni. “Di fronte a una situazione drammatica di reati a sfondo sessuale e che mettono in luce la carenza di competenze affettive e relazionali, dopo l’ennesimo femminicidio che scuote le nostre coscienze, con una situazione carceraria intollerabile, il ministro della Giustizia non trova di meglio che intervenire in merito all’educazione all’affettività con un’uscita di pura banalità conservatrice negando la necessità della educazione sessuale e affettiva. Anziché creare una contrapposizione tra scuola e famiglia è necessaria quanto più possibile un’alleanza educativa che incoraggi e promuova lo svolgimento di iniziative e progetti nelle scuole. Il rapporto tra scuola e famiglia va ricostruito invece di minare, come fa il governo, la fiducia nella scuola come presidio educativo, mettendo in discussione la sua capacità di formare”.
“Proprio per il suo ruolo di rilievo il ministro Nordio dovrebbe essere promotore di iniziative preventive di contrasto alla violenza invece che sostenere le iniziative ideologiche della Lega. Suggeriamo pertanto al Ministro di occuparsi dei tanti temi drammaticamente aperti al suo dicastero”: così Irene Manzi, responsabile nazionale scuola Pd.
PARTECIPA AL SONDAGGIO: giusto vietarla fino alle medie?
L’emendamento
In particolare, è stato approvato un emendamento a prima firma di Giorgia Latini, con cui viene esteso il divieto di poter parlare di tematiche sessuali – oltre che ai bambini della scuola dell’infanzia e della scuola primaria – anche a quelli della scuola secondaria di primo grado.
Il ddl “in materia di consenso informato in ambito scolastico” poi prevede che i genitori, alla scuola secondaria di secondo grado, siano informati sui corsi che la scuola intende realizzare anche con soggetti esterni in ambito sessuale e che diano il loro assenso scritto. La norma nasce dall’esigenza di evitare che le famiglie non siano rese partecipi di scelte educative che vanno al di là di quanto rientra nella ordinaria didattica.
Il sondaggio
La Tecnica della Scuola chiede ai suoi lettori, in prevalenza docenti: siete d’accordo con la decisione di vietare l’educazione sessuale fino alla scuola media?
PARTECIPA AL SONDAGGIO
All’interno del sondaggio troverai le seguenti domande:
Qual è il tuo ruolo?
- Dirigente
- Docente
- Genitore
- Studente
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In quale luogo ti trovi attualmente?
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