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Finanziaria: sindacati della scuola poco soddisfatti

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Contrariamente a quanto ci si poteva aspettare, gli articoli della legge finanziaria sulla scuola non stanno suscitando particolari entusiasmi fra i sindacati del comparto.
Cgil-Flc per esempio si dichiara nettamente contraria alla soluzione prospettata dalla legge in materia di obbligo scolastico.
Il segretario nazionale Enrico Panini non è per nulla convinto del ruolo che la legge vorrebbe assegnare a “non meglio precisate istituzioni formative”.
Il segretario nazionale di Uil-Scuola sottolinea i problemi legati al rinnovo contrattuale: “Il contratto – dichiara Massimo Di Menna – è scaduto nel dicembre 2005, è passato quasi un anno; se non saranno inseriti i soldi per i rinnovi nella manovra economica per il 2007, vuol dire che il personale della scuola lavorerà con stipendi fermi al 2005″.
Snals (ma anche Uil e Cisl) si dichiarano insoddisfatti per il modesto numero di assunzioni previste per il personale ATA (la legge finanziaria parla di 20.000 precari da stabilizzare, mentre secondo i sindacati il numero andrebbe almeno raddoppiato).
E, sempre a proposito di personale ATA, Cgil-Flc lamenta l’assenza di qualunque riferimento al problema di quanti sono transitati dagli Enti Locali allo Stato senza avere il riconoscimento di tutta l’anzianità pregressa.
Ma quando il testo della legge verrà esaminato più a fondo, potranno emergere anche altri problemi.
Varrà forse la pena, per esempio, approfondire meglio il passaggio sul precariato.
La legge infatti parla testualmente di “definizione di un piano triennale per l’assunzione a tempo indeterminato di personale docente per gli anni 2007-2009, da verificare annualmente, di intesa con il Ministero dell’economia e delle finanze, circa la concreta fattibilità dello stesso, per complessive 150 mila unità”.
In realtà, a ben vedere, non si parla di assunzione certa di 150mila precari, ma piuttosto di un piano triennale la cui concreta fattibilità dovrà essere verificata di anno in anno.
E poi c’è la vicenda del “maxi-capitolo” di entrata per le istituzioni scolastiche (2miliardi e 700milioni) in sostituzione delle decine di stanziamenti che ora compongono il bilancio di ogni singola scuola. Apparentemente sembra una buona idea, ma se lo stanziamento complessivo resta lo stesso (cosa molto probabile, dal momento che nella legge finanziaria non c’è traccia di aumenti a sostegno delle spese di funzionamento delle scuole) il risultato potrebbe essere pesantissimo: se con i soldi del maxi-capitolo le scuole dovranno pagare tutto, dal materiale didattico, al materiale per le pulizie fino alla Tarsu e alle supplenze, saranno inevitabilmente costrette a ridurre ulteriormente i fondi destinati alla didattica e alla realizzazione del Piano dell’offerta formativa.