Home Politica scolastica Flc-Cgil: anche in Sicilia flop di iscrizioni alle sperimentazioni volute dal governo

Flc-Cgil: anche in Sicilia flop di iscrizioni alle sperimentazioni volute dal governo

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Adriano Rizza, segretario generale della Flc Cgil Sicilia, attaverso una nota fa sapere che pure la Sicilia, come nel resto del Paese, ha in qualche modo respinto la proposta del governo della Filiera Tecnico Professionale (4+2 anni) e dei nuovi licei del Made in Italy. 

Infatti, dice Rizza, i dati comunicati dal Ministero “ci dicono che in tutto il Paese solo 1.669 studenti hanno scelto la Filiera Tecnico Professionale e 375 il Liceo Made in Italy” e dunque si presenterebbe un “quadro complessivo che non modifica gli orientamenti emersi negli anni precedente e che vede, in Sicilia, primeggiare le iscrizioni ai licei con il 60,80% (di cui il 15,20 % al liceo scientifico), seguiti dagli istituti tecnici con il 27,68 % e i professionali con l’11,52 %”.

“Il numero di iscritti per il prossimo anno scolastico nei due percorsi sperimentali  sono ben lontani dalle aspettative dello stesso Ministro, il quale, tra l’altro, aveva letteralmente mobilitato tutti gli enti periferici del Ministero, sia gli Uffici Scolastici Regionali che gli Ambiti Territoriali Provinciali, per promuovere e valorizzare questi indirizzi”.

“Un esito annunciato perché più volte avevamo provato a esporre le nostre perplessità al Ministro Valditara. Dopo il voto contrario della stragrande maggioranza dei Collegi dei Docenti, l’insuccesso della riforma della secondaria di secondo grado è testimoniato, questa volta, anche dalla bocciatura delle famiglie”.

In ogni caso bisogna pure aggiungere che siamo al primo anno della proposta che è, appunto, sperimentale, mentre permangono incertezze di valutazione sul piano orario, dei contenuti e degli sbocchi. Bisognerà aspettare il prossimo anno per valutare bene il gradimento dei due nuovi corsi di studio

E tutto questo anche se c’è, come sostenuto da questa testata, il rischio “che in molte scuole i pochi alunni che hanno optato per il Made in Italy non saranno sufficienti per formare una classe e quindi dovranno ripiegare su un altro indirizzo”.