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Flc-Cgil verso lo sciopero

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Lo sciopero degli scrutini è inopportuno: lo aveva ribadito pochi giorni fa Mimmo Pantaleo, segretario della Flc-Cgil parlando davanti a centinaia di docenti e ricercatori precari provenienti da tutta Italia.
Ma adesso, mentre si stanno facendo sempre più insistenti le voci secondo cui la manovra finanziaria alla quale il Governo sta lavorando colpirà anche la scuola, il segretario nazionale aggiusta il tiro, anzi, dichiara senza mezzi termini che
“se fossero confermate le indiscrezioni sulla manovra economica, la Cgil dovrà proclamare lo sciopero generale”.
A dire il vero il ministro Gelmini si è prodigata a dichiarare che la scuola non sarà toccata, ma evidentemente le organizzazioni sindacali non si fidano molto.
E forse non hanno tutti i torti: da qualche giorno, infatti, circola la voce che il 30% dei risparmi derivanti dai tagli previsti dalla applicazione del Piano programmatico (poco meno di 700milioni di euro) destinati per legge a migliorare la posizione retributiva dei docenti più meritevoli, verrà bloccato in attesa di tempi migliori (i più pessimisti temono anzi che la somma verrà utilizzata per ripianare altri debiti).
Si parla anche del blocco parziale dei fondi contrattuali destinati ai compensi accessori: questa misura, ovviamente, potrebbe essere applicata a partire dal prossimo anno scolastico, visto che i fondi del 2009/2010 sono già stati in larga misura erogati.
E non si esclude neppure un ulteriore giro di vite sulle spese per le supplenze, da ottenersi con l’approvazione di una norma che imponga il divieto assoluto di nominare supplenti per assenze di pochi giorni.
Il sindacato della Funzione Pubblica della Cgil è già al lavoro per tentare una iniziativa unitaria con Cisl e Uil.
“Ma se non si dovessero verificare le condizioni – sostiene Pantaleo –
ognuno deciderà autonomamente quale percorso mettere in campo senza esclusione della mobilitazione”.
Intanto Flc-Cgil ha deciso di procedere alla occupazione di uffici scolastici regionali e provinciali nella speranza di riuscire a richiamare l’attenzione delle forze politiche sulla grave situazione in cui versa la scuola in questo momento.