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Francia, in piazza contro il Governo prima i docenti poi gli studenti

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Anche in Francia sale la protesta contro il Governo per i provvedimenti restrittivi sulla scuola. La prima notizia del ritorno dei moti di protesta si è avuta nei giorni scorsi, quando il 29% degli insegnanti della scuola elementare pubblica e circa il 22,3% di medie e superiori, sempre pubbliche, hanno aderito allo sciopero del 27 settembre contro il recente taglio di 16.000 posti di lavoro e gli ulteriori 14.000 annunciati per il 2012. 
Il 30 settembre le cronache hanno raccontato di quanto poco fosse bastato per vedere radunati in alcune piazze cittadine migliaia di studenti: a farli manifestare, sino al punto di attuare delle piccolo guerriglie con le forze dell’ordine, era stata la notizia, peraltro infondata, che una parte delle vacanze scolastiche estive sarebbero state soppresse: nel volgere di poche ore sono scesi in piazza moltissimi liceali, hanno manifestato in diverse città del nord, a Douai, Bethune, Dunkerque, Lens. Disordini sono stati segnalati anche a Lens. Vicino a Parigi, una decina di auto sono state danneggiate nei pressi del liceo Jean-Moulin di Chesnay. 
“Decine di studenti avrebbero commesso queste violenze dopo che era circolata una voce sulla soppressione di vacanze nell’istituto”, ha spiegato una fonte di polizia. Dieci giovani sono stati fermati, secondo una altra fonte. “Ci siamo ribellati perché il presidente (Nicolas) Sarkozy vuole toglierci un mese di vacanze”, ha detto all’Afp una liceale di 15 anni. Dal ministero dell’Istruzione hanno spiegato che, in effetti, di recente il comitato pilota sui ritmi scolastici ha proposto di accorciare di due settimane le vacanze estive e di portare quelle dei santi a due settimane ma non è stata presa nessuna decisione a riguardo. Il ministro dell’Educazione, Luc Chatel, aveva affermato a luglio di voler avviare una “concertazione” con i sindacati degli insegnanti per annunciare “in autunno ” decisioni che potrebbero entrare in vigore “dal 2013”. 
“Tuto questo non ha né capo e né coda. Non sappiamo da dove sia venuta fuori questa voce”, ha commentato una fonte del rettorato di Lille che ha parlato di una “disinformazione orchestrata”. Sembra che la notizia si sia diffusa a macchia d’olio tramite Sms e Facebook: due strumenti che per i giovani possono a volte valere anche più del buon senso.