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GaE: porte chiuse agli abilitati TFA e PAS

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Tra loro ci sono anche gli abilitati all’insegnamento alle scuole primarie in virtù del titolo di diploma magistrale conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002 che avevano ricorso al Tar per essere inseriti di diritto nelle graduatorie ad esaurimento. Il sogno di vedere, per chi è abilitato con il TFA e con il PAS e per chi è abilitato alla primaria in seguito al conseguimento del diploma magistrale preso entro l’anno scolastico 2001/2002, l’approdo in graduatoria ad esaurimento e quindi il possibile ruolo, sembra almeno per adesso tramontato.

A spegnere le residue speranze di chi crede nei miracoli arriva la dichiarazione perentoria dell’ispettore del Miur Max Bruschi. Le sue parole non lasciano dubbi interpretativi: “la politica intende compiere una scelta netta, di azzeramento del passato e di un sistema di reclutamento dagli esiti grotteschi”.

Bruschi elogia Renzi per il suo decisionismo politico, volto a non cadere nella trappola di acconsentire l’accesso straordinario degli abilitati con TFA e PAS nelle attuali graduatorie ad esaurimento. Quindi sembra chiaro per quanto detto dall’ispettore Bruschi che in GAE non entrerà più nessuno e che si procederà in fretta al suo esaurimento per archiviare quello che è un problema atavico della scuola italiana.

Per i docenti già abilitati con il TFA e il PAS che si trovano fuori dalle GAE e sono entrati nelle graduatorie d’istituto 2014-2017 la strada per entrare in ruolo  è quella maestra del Concorso a cattedra 2015, che,  ribadisce con assoluta convinzione l’ispettore Bruschi, non verrà aperto ai non abilitati. L’intenzione è quella oramai decisa, anche nel documento “La buona Scuola” di abolire la terza fascia delle graduatorie d’istituto cercando di porre fine all’assurdo sistema delle supplenze, che verranno attribuite al personale di ruolo.

Una riflessione che nasce spontanea, vista l’estrazione politica gelminiana da cui nasce Bruschi è significativo che l’ispettore plauda il decisionismo di Renzi sulla Buona scuola. Forse stiamo assistendo alle larghe intese anche sulla riforma della scuola? Lasciamo ai nostri lettori la libertà di darsi una risposta a questa domanda.