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Giovani senza regole “schiavi” di internet e smartphone: connessi 3-5 ore al giorno tra i richiami dei genitori, urge formazione. Studio Moige Istituto Piepoli

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Oltre la metà degli studenti italiani trascorre più di tre ore al giorno online e uno su due utilizza l’intelligenza artificiale per svolgere i compiti, spesso senza averne compreso i rischi. È quanto emerge dall’indagine Moige, Istituto Piepoli 2025, presentata tramite un evento ufficiale, il 13 ottobre scorso, nella “Sala degli Atti Parlamentari” della Biblioteca del Senato “Giovanni Spadolini”. I dati pongono l’attenzione sul ruolo centrale della scuola nel guidare i ragazzi verso un uso consapevole del digitale e dell’intelligenza artificiale.

Giovani sempre più “dipendenti” dai device

Andando ad analizzare i risultati emersi dall’indagine, si nota che il 55% dei ragazzi dichiara di trascorrere almeno tre ore al giorno online fuori dall’orario scolastico e il 14% supera le cinque ore quotidiane.

Lo smartphone è il dispositivo più usato, 93%, che dopo le nuove disposizioni ministeriali deve essere necessariamente utilizzato al di fuori della scuola, seguito da computer portatile e tablet.

Ma è importante sottolineare che di questi ragazzi, il 43% riceve richiami dai genitori per l’uso eccessivo del digitale e solo il 22% riesce a stare senza connessione senza provare ansia o disturbo.

Come da tempo espresso dal ministro Giuseppe Valditara, l’uso dei device così prolungato influisce su concentrazione e rendimento scolastico, riducendo anche l’integazione e confermando la necessità di integrare un’educazione digitale anche nella didattica.

L’intelligenza artificiale è entrata a scuola

L’intelligenza artificiale è ormai diventata strumento primario anche nelle aule: il 51% degli studenti la utilizza regolarmente, con un picco del 71% tra i ragazzi delle superiori.

Per i compiti, il 29% la usa sempre o spesso, dato che sale al 54% tra i 15 e 17 anni.

Secondo uno studio, come riportato da SkyTG24, solo il 21% ha ricevuto una formazione adeguata sui rischi e le potenzialità dell’IA, mentre il 33% dichiara di aver ricevuto informazioni errate dagli strumenti digitali. Questo scenario impone alla scuola di introdurre percorsi specifici di educazione all’IA, per sviluppare competenze critiche e ridurre il rischio di dipendenza o abuso tecnologico.

Il progetto EduCyber Generations

Inerente a questa tematica, è importante segnale, il progetto EduCyber Generations, promosso dal Moige, Movimento Italiano Genitori, e sostenuto da Enel Cuore Onlus, in collaborazione con Polizia di Stato, Anci, Google, Poste Italiane e con il contributo del Fondo Beneficenza Intesa Sanpaolo, è dedicato proprio alle scuole: coinvolge ogni anno centinaia di istituti per promuovere un uso consapevole del digitale e dell’IA, con attività educative rivolte a studenti, docenti e genitori.

Durante la presentazione, Antonio Affinita, direttore generale del Moige, ha ricordato: “non basta imporre divieti: serve aiutare i ragazzi a comprendere e scegliere, accompagnandoli verso un uso responsabile degli strumenti del futuro”.

Cyberbullismo da non sottovalutare

Un fenomeno molto importante che non va mai sottovalutato all’interno del sistema scolastico, è cyberbullismo, Il 7% degli studenti italiani tra 11 e 18 anni si dichiara di esserne stato vittima diretta, mentre il 16% ne è stato testimone.

Tra chi assiste, solo il 12% interviene e appena il 5% segnala l’accaduto a un adulto.

Le forme più diffuse del fenomeno, sono insulti, esclusioni dai gruppi, pettegolezzi e hate speech, ovvero discorsi con linguaggio d’odio verso l’altro.

Il 73% dei ragazzi conosce le conseguenze legali, ma solo la metà discute con gli adulti di privacy o sicurezza.

Un dato che, secondo Ivano Gabrielli, direttore della Polizia Postale: “dimostra la necessità di percorsi educativi permanenti nelle scuole per la prevenzione e la gestione degli abusi online”.

Giovani ambasciatori digitali e peer education

Durante l’evento di presentazione, sono stati premiati 45 giovani ambasciatori digitali provenienti da scuole di Roma e Latina, impegnati nel progetto “Giovani Ambasciatori per la cittadinanza digitale”.

L’iniziativa, attiva da anni, punta sulla peer education, cioè sull’educazione tra pari, per diffondere consapevolezza su cyberbullismo, privacy e uso corretto dei social.

Secondo il Moige, questo approccio “rende i ragazzi protagonisti del cambiamento culturale, capaci di diventare punti di riferimento per i coetanei”.

Docenti e stuenti da formare

In conclusione, per contrastare tutte queste problematiche elencate, esperti e istituzioni, presenti all’evento, come Polizia Postale, Anci, Google, Agcom, e tutti quelli citatati in precedenza, propongono: formazione permanente per docenti e studenti sull’IA e la sicurezza online; integrazione curricolare dell’educazione digitale; protocolli di segnalazione interna in caso di cyberbullismo; collaborazione territoriale con forze dell’ordine e enti locali.

In effetti, come ha sottolineato Sandra Cioffi, presidente del Consiglio Nazionale degli Utenti, Agcom: “non esistono ricette magiche: solo la cooperazione tra scuola, famiglia e piattaforme può costruire una rete davvero sicura, solidale e inclusiva”.