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Gli appunti universitari si vendono sul web

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Si chiamano Skuola.net Store e si possono trovare appunti universitari classificati per università, facoltà, corso di studio e anche professori. Quindi gli studenti che non possono seguire tutte – o una parte – le lezioni hanno a disposizione gli appunti presi da chi invece è stato in aula. I prezzi per operazioni simili, scaricare cioè i contenuti, vanno dai 5 ai 7 euro per gli appunti, intorno ai 3 euro per le esercitazioni.
Si tratta dunque di una sorta di mercato-online per la compravendita di appunti universitari: chi ha seguito le lezioni e preso appunti preziosi di tutto quello che ha spiegato il professore non dovrà più buttare nel cestino il lavoro di mesi oppure regalarlo alle copisterie ma potrà metterlo in vendita su questo negozio virtuale che è strutturato secondo un meccanismo che permette a chi vende gli appunti di guadagnare il 70% su ogni copia scaricata. Gli appunti, per evitare falsificazioni, devono però essere originali, non si accettano dispense copiate. Un team di esperti controlla la qualità editoriale dei contenuti che vengono proposti i e si riserva di approvarli. Inoltre chi acquista può rilasciare valutazioni e recensioni del materiale scaricato, gratis o pagamento che sia. Ciò permette agli utenti stessi di scegliere contenuti migliori prima di decidere per l’acquisto.
Nella banca dati si trovano già appunti e materiali su 6mila esami di tutte le università italiane. Li si può cercare sul motore di ricerca del sito Skuola.net. L’obiettivo è di riuscire a coprire la maggior parte degli esami presenti in Italia entro la fine del 2014.
“Dall’idea dello Store alla sua realizzazione pratica sono passati circa tre anni – racconta Daniele Grassucci – La prima difficoltà consiste nel reperimento dei fondi sul mercato del capitale di rischio informale: in pratica nessuno è disposto a investire somme consistenti in una società il cui unico valore è un’idea su carta. Nel caso dello Skuola.net Store l’investimento è stato possibile perché gli imprenditori disponevano già in casa di un asset, il sito Skuola.net, che permetteva di contenere il rischio in caso di insuccesso. Non sono poi mancate le difficoltà nel reperimento del personale: Torino non è la Silicon Valley, per cui reclutare programmatori Php, il linguaggio principe del web 2.0, non è impresa semplice per una start up. Infatti il Politecnico sforna una quantità considerevole di ingegneri informatici, ma pochi di loro conoscono il Php, un linguaggio troppo recente per essere contemplato diffusamente nei programmi universitari. Così le migliori risposte sul mercato del lavoro sono arrivate da profili di non laureati ma con esperienza pregressa. Tutti e cinque i programmatori dello Skuola.net provengono dal Sud d’Italia e solo uno di loro è laureato: per reclutarli è stato necessario quasi un anno di ricerche”.