Home Attualità Go Sud, ecco come valorizzare le eccellenze del Mezzogiorno

Go Sud, ecco come valorizzare le eccellenze del Mezzogiorno

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Nella mattinata del 27 aprile a Napoli è stato presentato il concorso di idee  “Go Sud – Alla ricerca del possibile nei luoghi della cultura”,  che mira a contribuire alla valorizzazione e alla promozione dei beni culturali delle regioni del Mezzogiorno.

I bandi di concorso previsti sono due: uno riguarda la realizzazione di videoclip finalizzati alla promozione dei luoghi della cultura presenti nei “centri minori” di Campania, Calabria, Puglia e Basilicata, rivolto a giovani tra i 18 ed i 25 anni; l’altro bando è per il merchandising di qualità, ispirato alle collezioni museali meridionali, rivolto a categorie deboli, organizzate in associazioni no profit, imprese e cooperative sociali che coinvolgono adolescenti a rischio, migranti, detenuti, disabili. 

I lavori saranno giudicati da 2 giurie diverse, formate da personaggi del calibro di Gabriella Buontempo, produttrice cinematografica, Edoardo De Angelis, regista di Indivisibili, Enrico Baleri, designer, e Riccardo Dalisi, architetto e designer. 
Ad ottobre la cerimonia pubblica di premiazione dal Gruppo Mezzogiorno ed ospitata presso il Teatrino di Corte di Palazzo Reale (Napoli). 

Alla presentazione del concorso c’era anche il sottosegretario al Miur, Angela D’Onghia, che ha commentato:“promozione del territorio e valorizzazione della creatività rappresentano un connubio perfetto che dalla cultura transitano al marketing con ricadute importanti sull’economia e lo sviluppo del capitale umano. Il tutto con un rilancio del patrimonio identitario del territorio”.

“Il grande merito del concorso di idee”, continua la senatrice, “è soprattutto quello di valorizzare i luoghi di cultura dei centri minori delle regioni del Mezzogiorno poco conosciuti e che spesso sfuggono all’attenzione del pubblico, pur rappresentando l’autentica identità del territorio. Inoltre il valore dell’iniziativa è anche quello di coinvolgere le categorie deboli, associazioni no profit e cooperative sociali nel merchandising coniugando così l’artigianato artistico con la valorizzazione del patrimonio culturale. Allargare alle fasce sociali più emarginate significa dimostrare attenzione e rispetto del territorio  attraverso una cultura innovativa rispettosa dell’intera comunità”. 

“La bellezza da sola non basta”, conclude la sottosegretaria D’Onghia, “se non riusciamo a sviluppare un’educazione civica e sociale per una corretta e consapevole partecipazione alla fruizione dei beni pubblici del territorio. Solo così potremo collaborare tutti indistintamente allo sviluppo di una società dove il rispetto del patrimonio culturale vuol dire rispetto della creatività umana e della sostenibilità dello sviluppo del territorio”.

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