Home Attualità Green pass obbligatorio, i docenti: “una guerra civile di idee, troppe contraddizioni”

Green pass obbligatorio, i docenti: “una guerra civile di idee, troppe contraddizioni”

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Ieri, giovedì 5 agosto, il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, in conferenza stampa insieme ai ministri Speranza e Giovannini, ha confermato le nuove disposizioni in materia di contenimento della pandemia da Covid-19, annunciando il green pass obbligatorio per docenti e personale scolastico. Esclusi, quindi, gli studenti.

Durante le domande da parte dei media, il ministro ha confermato che i docenti che non avranno il green pass saranno sospesi e non riceveranno lo stipendio dopo 5 giorni di assenza. Bianchi ha sottolineato che si tratta di sospensione e non di licenziamento.

Qual è stata la reazione da parte del mondo scuola? Diversi docenti hanno commentato l’annuncio con tante perplessità.

In particolare, Salvatore, docente in Sicilia, ha dichiarato alla nostra redazione: “È evidente che il Governo, non potendo costringere i cittadini italiani alla vaccinazione obbligatoria, ricorra allo stratagemma del tampone, che 2 volte a settimana può far male all’apparato naso-faringeo; che attui sul lavoratore delle misure che per molti versi assomigliano alle dinamiche aziendali legate al mobbing: l’insegnante sarà bersaglio di critiche sia da parte dei docenti favorevoli alla vaccinazione coatta, sia da parte dei genitori ed anche dei non genitori, cioè della società tutta. Praticamente si stanno creando i presupposti per una “guerra civile delle idee”. La scuola non poteva che essere il luogo adatto per attuare questo stratagemma che alla fine costringerà tutti gli italiani a vaccinarsi, anche quelli che non sono convinti. Al di là dello stratagemma, tutto mi sembra molto strano per le contraddizioni“.

E ancora, Marco, docente di Ariccia, ci scrive: “non farò il vaccino e, non volendo fare un tampone ogni due giorni, rimarrò senza stipendio ‘sine die’, visto che lo stato di emergenza è continuamente prorogato. Faccio “leggermente” notare che questo decreto viola apertamente il regolamento UE 953/2021, all’art.36, che allego alla presente (non commento la prima traduzione del regolamento, semplicemente vergognosa). Una violazione così palese e spudorata non può passare sotto silenzio. A mio avviso è dovere di tutti gli organi di informazione il darne almeno notizia”.

A queste segnalazioni se ne aggiungono diverse provenienti dai nostri canali Social. Roberta ribadisce: “Sono assolutamente contraria. Abbiano il coraggio di mettere l’obbligo e prendersi le loro responsabilità. Non di ricattare. Ennesimo atto di morte della democrazia“. E aggiunge Alfredo: “a cosa serve se poi ci saranno sempre le classi pollaio?”.

Ricordiamo che La Tecnica della Scuola, settimane fa, aveva lanciato un sondaggio per raccogliere il parere del mondo scuola. A questo link è possibile leggere tutti i risultati per categorie.

Manco poco all’avvio dell’anno scolastico e ancora ci sono tanti dubbi da sciogliere per garantire, come afferma il ministro Bianchi, “un ritorno in presenza in sicurezza”.