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I comparti della Pubblica amministrazione scendono da 11 a 4. Intesa fra Aran e sindacati

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I nuovi comparti e le nuove aree di contrattazione del pubblico impiego scendono da undici a quattro: «Funzioni centrali», nel quale confluiscono ministeri, agenzie fiscali, enti pubblici non economici e altri enti; «Funzioni locali», che conserva il perimetro dell’attuale comparto Regioni-autonomie locali; «Istruzione e ricerca», che quindi si uniscono assieme all’università, e «Sanità», che non muta sostanzialmente la sua fisionomia.

Aran e sindacati hanno firmato in via definitiva l’accordo quadro nazionale.

Il comparto «Funzioni centrali» conterà circa 247mila occupati; «Funzioni locali», 457mila, «Sanità», 531mila, «Istruzione e ricerca», sarà il più numeroso con oltre 1,1 milioni di lavoratori.

In stretto collegamento con i quattro comparti, l’intesa ridefinisce gli ambiti sui quali saranno negoziati gli specifici accordi riguardanti la dirigenza pubblica.

L’area delle «Funzioni centrali» comprende i dirigenti delle amministrazioni che confluiscono nel nuovo comparto, a cui si aggiungono i professionisti e i medici degli enti pubblici non economici, per una consistenza complessiva di circa 6.800 occupati. L’area «Funzioni locali» avrà una consistenza di 15.300 dirigenti (oltre agli enti locali, vi rientrano i dirigenti amministrativi, tecnici e professionali degli enti e delle aziende del comparto Sanità e i segretari comunali e provinciali). Si scende a 7.700 nell’area «Istruzione e ricerca», e si sale a 126.800 occupati nell’area della «Sanità», all’interno del quale sono collocati i dirigenti degli enti ed aziende del comparto «Sanità», ad eccezione dei dirigenti amministrativi, tecnici e professionali.

Per l’Aran il nuovo accordo, scrive Il Sole 24 Ore, comporterà una notevole semplificazione dell’attività negoziale: «In passato, per gli 11 comparti e le 8 aree dirigenziali, era necessario concludere 38 accordi ogni 4 anni. Oggi gli accordi da fare scendono a 8 per un triennio contrattuale». Per accompagnare la transizione al nuovo assetto contrattuale, i sindacati avranno un breve periodo di tempo per realizzare processi di aggregazione o fusione.