Home Politica scolastica I referendum anti-riforma arrivano in Cassazione

I referendum anti-riforma arrivano in Cassazione

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Giovedì 17 marzo, alle ore 9.00, arrivano in Corte di Cassazione i quesiti referendari Flc-Cgil, Gilda, Cobas, Unicobas, Lip, Uds.

Subito dopo la presentazione dei referendum, nello storico palazzo di piazza Cavour, a Roma, partirà la campagna referendaria con iniziative previste in tutte le principali città italiane.

I promotori dei quesiti abrogativi coinvolgeranno notai, delegati dei sindaci e cancellieri dei tribunali per l’autenticazione delle 500mila firme necessarie. Chiedendo di aderire a docenti, famiglie degli studenti, giovani, ma anche comuni cittadini. Nelle scuole sono previste numerose assemblee di presentazione dell’iniziativa.

“Abbiamo organizzato anche incontri comuni con quesiti diversi ma accomunati dalla volontà di non subire delle norme che danneggiano l’Italia: sabato 9 e domenica 10 aprile – ci dice Stefano d’Errico, segretario nazionale Unicobas – la campagna referendaria marcerà in sinergia con altri referendum sociali sull’acqua pubblica, l’abolizione di inceneritori e delle trivelle”.

 

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Come annunciato dalla Gilda degli Insegnanti, i quattro quesiti referendari propongono l’abrogazione, in alcuni casi totale e in altri parziale, delle norme riguardanti i seguenti punti:

  • potere discrezionale del dirigente scolastico di scegliere e di confermare i docenti nell’istituto scolastico;
  • finanziamenti privati a singole scuole pubbliche o private;
  • potere del dirigente scolastico di scegliere i docenti da premiare economicamente e comitato di valutazione.

“Per la raccolta delle firme – ha detto Rino Di Meglio, coordinatore nazionale Gilda – siamo fiduciosi di raggiungere e anche superare le 500mila necessarie. Se l’iter non incontrerà ostacoli, il referendum si terrà nel prossimo anno. Useremo anche altre armi: faremo ricorso alla Consulta contro tutte le parti illegittime di questa legge, tra cui la norma che prevede ‘il genocidio’ dei precari che avranno superato i 36 mesi di servizio a partire dal primo settembre 2016”, conclude il coordinatore Gilda.

 

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Il documento con i quesiti presentati in Corte di Cassazione per abrogare alcune parti della Legge 107/15