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I soldi tolti ai parlamentari si usino per risollevare la Scuola. L’idea della Boldrini piace

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Sono la ricerca e l’istruzione i comparti che dovrebbero beneficiare della linea intrapresa dal nuovo Parlamento italiano, all’insegna dei tagli del superfluo e dei super-stipendi sino a ieri indirizzati a componenti di Camera e Senato. Quella che è stata più chiara di tutti è stata, probabilmente , la neo-presidente della Camera, Laura Boldrini, appartenente alle liste del Sel. Che assieme a Piero Grasso, eletto presidente del ramo di Palazzo Madama, si sono tagliati i compensi di un terzo.
La proposta sembra aver trovato consensi trasversali. Anche dei “grillini”. Che però vorrebbero riduzioni ancora maggiori. E che pur non disdegnando il rilancio della Scuola e della ricerca pubblica, ritengono che vi siano anche altre emergenze che necessitano dei fondi derivanti dai risparmi.
Secondo Luigi Di Maio, neovicepresidente della Camera del movimento cinque stelle, 26 anni di Pomigliano D’Arco, il più giovane nella storia della Camera dei deputati, “per tagliare i deputati e senatori si deve avere una larga intesa, ma bisogna tagliare almeno del 50 per cento. Non è vero che quando si aumenta il numero dei parlamentari si aumenta l’efficienza nelle istituzioni e la rappresentatività è garantita dall’efficienza delle istituzioni”.
A proposito dei tagli decisi nell’ufficio di presidenza, Di Maio afferma che “se le intenzioni dell’ufficio di Presidenza della Camera vanno nell’intenzione della riduzione del costo sia dell’intera macchina amministrativa della camera dei deputati e dell’indennità di carica, la rendicontazione dei rimborsi e delle diarie, eliminando la forfettizzazione, avrà tutto il sostegno del Movimento cinque stelle”.

Proprio quando si parla di scuola, però, Di Maio sembra non essere del tutto d’accordo. “Per la Presidente Boldrini i fondi risparmiati vanno a ricerca e istruzione. E’ una buona idea, ma si può discutere se si può invece dare credito alle piccole e medie imprese per rimettere liquidità nel meccanismo economico del nostro paese”.
Per Di Maio, “qualsiasi forma di crescita deve passare prima di tutto per la pubblica amministrazione che paga le imprese ed è per questo che dobbiamo recuperare fondi attraverso la spending review degli enti pubblici, rivedere le province, tagli ai costi, rivedere sprechi ovunque” evitando tagli lineari e occorre “mettere in moto un nuovo modello dell’economia, la green economy per esempio. Una nuova occasione di produttività sostenibile in questo paese”.