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Il “Centro Musei delle Scienze Naturali e Fisiche” della Federico II di Napoli festeggia i suoi primi vent’anni

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Il 22 ottobre il “Centro Musei delle Scienze Naturali e Fisiche” dell’Università di Napoli “Federico II”, festeggia i suoi primi venti anni di vita: il programma prevede una giornata di incontri, dibattiti e visite guidate, come sempre aprendosi alla partecipazione di tutta la cittadinanza, secondo una tradizione e una vocazione di servizio al pubblico che, riannodando i fili della storia della ricerca scientifica nel Mezzogiorno, si pone al servizio del futuro.
L’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, custodisce un prezioso e imponente patrimonio di grande valore scientifico, didattico e storico, legato al lavoro di grandi scienziati e studiosi che hanno operato (e operano) a Napoli. È un patrimonio che si materializza nei cinque, bellissimi, Musei Scientifici: Mineralogia, Zoologia, Antropologia, Paleontologia e Fisica. Sono luoghi che rappresentano e custodiscono la memoria storica delle Scienze nel Mezzogiorno (basti pensare che il più antico, il “Real Museo Mineralogico”, quest’anno compie 211 anni di vita) ma che, al tempo stesso, sono una presenza vitale al servizio, non solo della comunità scientifica, ma di tutti i cittadini.
All’inizio degli anni Novanta, le autorità accademiche della Federico II, cogliendo i primi segnali della rivoluzione culturale che stava per cambiare il mondo della museologia scientifica europea, fecero una scelta coraggiosa e assolutamente all’avanguardia nel panorama delle Università italiane. Così, nel 1992, riunirono i quattro Musei Scientifici (fino ad allora divisi tra i vari Dipartimenti universitari) in una nuova struttura, denominata “Centro Musei delle Scienze Naturali” che, con la recente aggiunta del Museo di Fisica, è diventata “Centro Musei delle Scienze Naturali e Fisiche”. Lo scopo di questa operazione era ben preciso: creare un forte legame tra la cittadinanza e il patrimonio culturale dell’Università, per evitare il rischio che questo cadesse nell’oblio e si perdesse. Da quel momento l’azione del Centro Museale è sempre andata in un’unica direzione: tutelare, riscoprire, valorizzare, ampliare e studiare le proprie collezioni e raccolte, per metterle a disposizione di tutti i cittadini.
Vent’anni – spiegano dal Centro Musei delle Scienze Naturali – non sono pochi e le cose da raccontare sarebbero tante, come tante sono state le iniziative messe in campo dal Centro. A cominciare dalla risistemazione delle collezioni storiche e dall’allestimento di nuovi spazi espositivi, dal restauro di reperti in cattive condizioni, alla riscoperta di intere collezioni abbandonate nei depositi e all’acquisto di nuove. Ma anche l’informatizzazione del catalogo, le decine di pubblicazioni, mostre e convegni che in questi anni hanno riempito le sale dei Musei. E ancora, gli studi sui reperti che hanno portato nuove conoscenze scientifiche e le attività di formazione per creare nuove figure di professionisti della comunicazione museale. Per non parlare delle attività con le scuole (per le quali il Centro ha stretto collaborazioni con esperti di pedagogia e didattica), così da soddisfarne sempre meglio le esigenze, o delle visite guidate ai Musei, che sono state completamente ripensate e riprogettate su misura per ciascuna tipologia di visitatore. E su tutto questo, la voglia di stare sempre al passo con i tempi, anche e soprattutto scegliendo strumenti di comunicazione adatti alla complessa società del terzo millennio, come le nuove tecnologie multimediali o i social media, per far capire che i Musei hanno molto da offrire alla modernità”.