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Il Cnpi boccia il Regolamento sul primo ciclo

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Il Cnpi boccia senza appello la bozza di Regolamento sul primo ciclo di istruzione e il ministro Gelmini annuncia prontamente che il massimo organo collegiale della scuola va riformato in modo da renderlo davvero un organismo tecnico.

 
Il parere, ampio e articolato, passa in rassegna i diversi articoli del Regolamento e non trascura proprio nulla.
Si inizia con un esame dettagliato della parte relativa alla scuola dell’infanzia per contestare la reintroduzione degli anticipi e per ribadire che il modello di funzionamento più adeguato è quello a 40 ore settimanali (dimenticando però che in gran parte delle regioni del nord le scuole sono aperte spesso 45 o persino 50 ore settimanali). La scuola dell’infanzia, si legge anche nel parere, deve caratterizzarsi come un luogo “per crescere insieme, ricordare, conoscere il mondo, sognare, essere felici” (curioso, a dire il vero, il riferimento alla “felicità”).
Per quanto concerne la scuola primaria le critiche del Cnpi si appuntano soprattutto sulla cancellazione delle compresenze.
“La soppressione delle ore di compresenza/contemporaneità – sottolinea il Comitato orizzontale del Cnpi per la scuola primaria – è un peggioramento drastico dell’offerta, della flessibilità organizzativa e induce a ricercare risorse compensative esterne all’istituzione scolastica non sempre garantite e che producono ulteriori differenziazioni dell’offerta formativa”.
E al Cnpi non piace neppure l’idea contenuta nel Regolamento secondo cui tutto l’orario delle compresenze del tempo pieno venga trasformato in organico di istituto: questa soluzione, secondo il Cnpi, “riorganizza l’offerta di questo modello di organizzazione fondata sulla contitolarità  dei due docenti per classe che si ripartiscono gli interventi didattici”.
Numerose le critiche sulle disposizioni che riguardano la secondaria di primo grado.
Le critiche vanno dall’”inglese potenziato” alla modifica degli orari e al ridimensionamento del tempo pieno che si potrà realizzare solo in presenza di strutture idonee. E, forse per limitare il taglio degli organici, il Cnpi propone che anche le classi a tempo normale venga garantita la possibilità di usufruire della mensa.
Complessivamente le critiche del massimo organo collegiale della scuola riguardano anche il fatto che il Regolamento comprimerebbe pesantemente l’autonomia delle istituzioni scolastiche che, depauperate di risorse, non saranno più in grado di mettere in atto una adeguata progettazione educativa e organizzativa.
Intanto i tempi per l’emanazione del testo definitivo del Regolamento non sono sempre più stretti. Il parere del Consiglio di Stato è atteso per la prima decade di marzo, poi il Consiglio dei Ministri dovrà dare il via libera al provvedimento finale.
Intorno al 20 marzo il Regolamento potrebbe essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.

Per visionare il Parere del Cnpi, consulta il box "Approfondimenti" di questa pagina.