Home I lettori ci scrivono Il male della scuola? L’assenza della cultura dell’organizzazione

Il male della scuola? L’assenza della cultura dell’organizzazione

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La ministra Fedeli ritiene che la continuità didattica facilitata dalla legge n. 107/2015 sia la via maestra per il miglioramento del servizio scolastico.

Un assunto condiviso dai politici e dai mezzi di comunicazione.

Un inequivocabile sintomo di una stantia concezione dell’istituzione scolastica.

La barra del timone della gestione, per la dinamicità e la complessità del mondo contemporaneo e l’imprevedibile evoluzione del sapere, punta verso la crescita delle qualità individuali degli studenti: dovranno essere in grado d’interagire con l’ignoto.

Ecco perché l’attuale finalità del sistema é lo sviluppo di capacità e di competenze: la conoscenza non è più la sua finalità, é il mezzo per la loro promozione.

La nuova finalizzazione ha fatto esplodere la dimensione del problema scolastico:

 

– La conoscenza e i libri di testo, circoscrivendo l’ambito d’intervento, fornivano certezze e sicurezza, definivano l’output di sistema, specificavano la responsabilità dei singoli insegnanti;

– La progettazione di processi d’apprendimento, mirati alla promozione di capacità e di competenze, ha dilatato le responsabilità dell’istituzione scolastica e l’ha collocata nel campo della ricerca educativa.

 

Collegialmente si ipotizzano e si formulano strategie, nodo d’ingresso alla progettazione e alla gestione di unità d’apprendimento. Queste sono finalizzate alla conquista sia dei traguardi di sistema, sia di quelli delle diverse discipline.

La collocazione della scuola nel campo della ricerca educativa, la cui sostanza è la progettazione, risale agli anni ’70 del secolo scorso: s’identifica la finalità, si scompone in obiettivi, si formulano ipotesi, si gestiscono strategie, si ottengono risultati, si capitalizzano gli scostamenti risultati attesi-risultati ottenuti.

Nel 1974 è stata introdotta una struttura decisionale i cui organismi, per onorare il mandato costitutivo, agivano in conformità della prassi sopraindicata; mandato che nel 1999 è stato sintetizzato: “Progettazione e attuazione di interventi di educazione, formazione, istruzione”.

La progettazione formativa riguarda il rapporto scuola-società: quali competenze generali (1) deve essere in grado di esibire lo studente al termine del suo percorso scolastico?

La progettazione educativa riguarda il consolidamento e lo sviluppo delle capacità (2) sottese alle competenze generali.

La progettazione dell’istruzione riguarda l’adeguamento delle capacità, oggetto della progettazione educativa, alla specificità degli studenti delle diverse classi.

La progettazione dell’insegnamento, l’ideazione di unità d’apprendimento costituisce il momento esecutivo. Un’attività complicata e impegnativa: il duplice livello di obiettivi preclude la possibilità d’una sua assegnazione ad un singolo insegnante.

L’onere di realizzare le unità d’apprendimento sarà dato ai dipartimenti disciplinari.

La dichiarazione delle capacità sollecitate e delle competenze specifiche stimolate caratterizzerà l’inizio del lavoro di progettazione: sarà riportata sulla parte iniziale d’una scheda di programmazione.

Per assicurare la convergenza degli obiettivi delle schede di programmazione redatte dai diversi dipartimenti, sarà istituita una commissione, sottordinata al Collegio dei Docenti, per indirizzare e coordinare i lavori dei dipartimenti disciplinari.

Commissione che avrà anche il compito di ideare prove comuni a tutte le classi di pari livello per “valutare periodicamente l’andamento complessivo dell’azione didattica per verificarne l’efficacia in rapporto agli orientamenti e agli obiettivi programmati, proponendo, ove necessario, opportune misure per il miglioramento dell’attività scolastica (3), misure da sottoporre al Collegio.

I dipartimenti disciplinari, ricevuto il benestare dalla commissione indirizzo-coordinamento-valutazione, realizzano il materiale didattico, comprensivo delle prove di controllo di fine attività: i docenti le proporranno ai loro studenti.

L’analisi degli esiti delle prove finali di tutte le classi, consentirà al dipartimento di validare/migliorare la produzione.

La struttura organizzativa prefigurata consente di superare un’anomalia della scuola: la coincidenza della figura/funzione del controllore con quella del controllato.

I voti assegnati dagli insegnanti esprimono il giudizio sulle prestazioni degli studenti ma, sintetizzati, sono il parametro di valutazione sia del lavoro del docente, sia del sistema scuola.

La progressione dei lavori illustrata prevede sia un controllo volto a guidare, confermare e ri-orientare lo studente [valutazione formativa], sia la rilevazione del grado di conseguimento delle competenze specifiche, accertamento con finalità amministrative  [valutazione sommativa].

Per riportare alla normalità la gestione scolastica sarebbe sufficiente assegnare a soggetti diversi le due modalità valutative: attribuire al docente il monitoraggio dei processi d’apprendimento mentre la misurazione dei livelli di competenza potrebbe essere assegnata a un organismo alle dipendenze dei dipartimenti disciplinari.

In rete sono visibili:

• un’unità di apprendimento: percorso didattico sui numeri naturali e sistemi di numerazione;

• un’unita didattica con scheda di programmazione: Laboratorio di matematica: Pitagora

 

 

(1) I regolamenti di riordino del 2010 contengono ampi repertori di capacità e di competenze generali. Si veda ad esempio  Il profilo culturale, educativo e professionale dei Licei.

(2) Se ne trascrive un sottoinsieme: Analizzare, Applicare, Argomentare/Giustificare, Comunicare, Comprendere, Decidere/Scegliere, Generalizzare, Interpretare, Memorizzare, Modellare, Progettare,   Relativizzare, Riconoscere, Ristrutturare, Sintetizzare, Sistematizzare, Trasferire, Valutare.

(3) T.U. 297/94 art. 7, comma 2, lettera d.