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Il plexiglass come le mascherine, per soffocare la crescita delle relazioni umane dei bambini

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Prima le mascherine che i bambini debbono utilizzare lungo tutto l’arco della mattinata, adesso il plexiglass per separarli.
Mi esprimo, ancora una volta, come professionista psicologo, per dire che resto basito di fronte alle difficoltà che stanno emergendo, a livello scolastico, nella gestione di quella che si sta trasformando da emergenza sanitaria in emergenza nelle relazioni umane.
Si stanno sottovalutando:
 la componente di interazione bambino-bambino
 la componente di interazione bambino-insegnante
 la componente emotiva
 la componente ludica
 la componente esplorativa
 la componente creativa
 la componente dialettica
 la componente affettivo-sentimentale
 la componente spaziale
Sta mancando sempre di più un raccordo tra i vertici istituzionali e la gente comune, tra la politica ed il cittadino. Si agisce senza ascoltare, si ‘sperimenta’ come fossimo cavie di laboratorio.
I mezzi di informazione di massa stanno sempre più diventando mezzi di deformazione di massa.
Io credo che stiano giocando troppo con la capacità di tollerabilità allo stress della gente comune. Già a suo tempo ebbi modo di dirlo perché si è sottodimensionata la variabile psichica.
Ma credo altresì che i bambini vadano sicuramente tutelati, a cominciare dalla salute, con modalità e strategie più intelligenti, salvaguardando anche quel benessere di cui sopra.
➡️ Aule più spaziose
➡️ Prolungamento degli orari scolastici
➡️ Più classi ma meno numerose
➡️ Insegnanti precari portati a diventare di ruolo
➡️ Adeguamento di locali e strutture a sede scolastica
Sono solo alcune delle strategie che potrebbero essere studiate, valutate, implementate, modificate senza ledere il sacrosanto diritto di un bambino a vivere la sua infanzia ed i passaggi fondamentali della sua vita.
Domenico Giuseppe Bozza