
“Usare il Teorema di Pitagora per dire che esiste una verità perenne e immutabile, e non dipenda dalle possibilità, l’immaginazione, le scelte e le intenzioni politiche di chi votando fa la democrazia è un pensiero che toglie la speranza, la fede e pure la carità, reprime la volontà di lottare per il futuro e alimenta il vittimismo. Altro che leggere la Bibbia”.
Chiara Valerio, scrittrice, editorialista di Repubblica, responsabile della collana narrativa.it, redattrice di Nuovi Argomenti e conduttrice dell’Isola deserta su Radio 3 e del programma Ad alta voce, cura anche la fiera libraria Più libri più liberi, non la manda a dire al ministro Valditara in relazione alle sue indicazioni nazionali che stanno scuotendo la scuola e il mondo accademico e politico.
E infatti scrive ancora: “Nelle nuove linee guida per le scuole medie ed elementari, la matematica e le scienze sono trattate come verità assolute, cosa che non è che mette in luce le prospettive di questo governo sulla nostra vita. Se il punto è tornare ai classici. Le matematiche sono più classiche del latino e del greco, se i classici ci danno una possibilità, la possibilità è quella di non pensare che vero e falso abbiano un confine netto. La possibilità è non annullare il contesto quando analizziamo, non sottrarre responsabilità allo sguardo e all’azione politica. La possibilità è accettare che le matematiche, e le scienze tutte che utilizzano le matematiche, rappresentano non la verità assoluta ma la verificabilità assoluta, la ripetizione di un risultato che dà senso di realtà. Il teorema di Pitagora non è vero è verificabile e lo sarà sempre per sempre”.
Ma cosa è successo?
Relativamente alla matematica, nelle indicazioni nazionali, è menzionato il Teorema di Pitagora, capace, secondo il ministro, di distinguere ciò che è vero da ciò che è falso: “La matematica è un linguaggio formale capace di distinguere il vero dal falso. Il Teorema di Pitagora, ad esempio, era vero 2.500 anni fa, è vero oggi e lo sarà per l’eternità. Abituare lo studente, e quindi il cittadino di domani, a ragionare e a distinguere fra vero e falso, è senza dubbio una delle competenze più rilevanti e attuali di questa disciplina, in una società come quella di oggi, basata sui social network. Dove le notizie giungono senza filtri, se non manipolate”.
Da qui la risposta della Valerio, laureata in matematica e autrice di un saggio, “La matematica è politica”, che, su Repubblica, scrive ancora: “Questa è una idea consolatoria che nasce e fiorisce in un Paese dove le scienze esatte non sono mai state considerate il corredo di un cittadino, un intellettuale o un politico. La matematica non insegna la verità, ma la verificabilità. Che una cosa sia vera ‘sempre’ non significa, intanto, che sia vera ‘dovunque’. Il teorema di Pitagora, per esempio, non vale per chi progetta rotte oceaniche o stellari (pur restando ferma l’universalità del linguaggio matematico, assiomi, principi, ipotesi)”.
Il punto è per Valerio, insegnare a guardare i punti di vista e non la verità assoluta e le diverse situazioni in cui una regola può funzionare o meno: “Che le rendite siano tassate meno che i redditi da lavoro è vero in un certo contesto e falso in un altro. Che le persone omosessuali e transgender abbiano gli stessi diritti e non solo gli stessi doveri delle altre è vero in un certo contesto e non è vero in un altro. Che la gestazione per altri sia un reato universale è vero in un certo contesto e falso in un altro. Che la parità tra uomini e donne sia effettiva è vero in un contesto e falso in un altro”.
“La possibilità è quella di non pensare che vero e falso abbiano un confine netto. La possibilità è non annullare il contesto quando analizziamo, non sottrarre responsabilità allo sguardo e all’azione politica. La possibilità è accettare che le matematiche, e le scienzetutte che utilizzano le matematiche, rappresentano non la verità assoluta ma la verificabilità assoluta, la ripetizione di un risultato che dà senso di realtà. Il teorema di Pitagora non è vero: è verificabile e lo sarà sempre e per sempre. […] Non esiste la verità, esiste il punto di vista. E la verificabilità”.
E per finire un esempio davvero illuminante: “Un gigantesco modello dell’universo con la Terra al centro. L’universo è retto da sirene sognanti. Dipinta e istoriata di foglie d’oro ci ricorda che ciò che era vero in un certo contesto, tanto da essere rappresentato pomposamente e donato ai Medici, era falso. Le matematiche insegnano a verificare, e così le scienze tutte. Provando e riprovando, diceva Galileo”.