
Insegnare è molto più di un lavoro: questo è quello che pensa una ex impiegata laureata in Architettura, che ha lasciato tutto e ha cambiato vita per fare la docente. Ecco cosa ha detto la donna a La Repubblica.
Da sempre la donna ha avuto un sogno ben chiuso a chiave in un cassetto: insegnare. Nel 2013 si è iscritta alle graduatorie per il sostegno. E poi, nel 2014 si è licenziata. In attesa di coronare il suo sogno di diventare prof, ha aiutato il padre e il marito nella piccola attività di famiglia.
Il ricordo della prima chiamata
Poi, nel 2017, arriva la chiamata: “Una voce mi proponeva la mia prima supplenza. Ho risposto: ‘Mi scusi, devo sedermi un attimo. Sono anni che aspetto questa chiamata’. Mi commuovo al solo ricordo”, ha detto. Finalmente, tra pochi giorni, a 46 anni, entrerà in ruolo: avrà una cattedra tutta sua. “Adoro fare la prof di sostegno. È sfidante. Devi sempre trovare il modo di aiutare tutti. Perché io non lavoro con il singolo, ma con l’intera classe. Divento un punto di riferimento, perché sono un ponte tra i ragazzi e gli insegnanti. Sono una figura che li accoglie e li aiuta. Mi accorgo subito se qualcuno non sta bene. E allora lo invito a parlarmi del suo problema. Sanno che io ci sono, che li ascolto sempre”.
Oltre a insegnare ha rispolverato la sua laurea in Architettura e arrotonda facendo qualche lavoro come interior designer. Ma la gioia più grande è aiutare i suoi ragazzi. “Le racconto un solo episodio: una bambina – peraltro neanche della mia classe –ha chiesto di potermi parlare. E poi, quando ha dovuto scrivere un tema su una persona a cui si ispira, ha scelto me. Cosa desiderare di più? Gli alunni, poi, mi vengono a trovare anche quando hanno finito le medie da un pezzo. Mi sembrano enormi, visto – ride – il mio metro e cinquanta. E mi riempiono il cuore di gioia. La verità è che non c’è un solo giorno in cui non mi sento realizzata. O in cui non mi arricchisco. È qualcosa di inspiegabile, di luminoso, di immenso”.
Manager lascia il lavoro per insegnare: “Sono precario ma felice”
Ci sono tanti casi del genere, di persone che nascono con il sogno di insegnare, poi lo accantonano per un po’ per poi tornarci. Un ex manager di una multinazionale di Milano ha deciso, a 47 anni, di cambiare vita e diventare insegnante, riuscendo ad avere una qualità di vita migliore.
L’uomo è andato via dalla Puglia 25 anni fa, dopo la laurea in Economia e Commercio, per riuscire a fare un lavoro redditizio, con un futuro in ascesa. A un certo punto ha iniziato a pensare che il suo lavoro era diventata una gabbia. “Dettava i tempi della mia quotidianità e non riuscivo a condividere con la mia famiglia alcuni giorni e momenti dell’anno. Nel 2010, quando ho saputo che sarei diventato padre per la prima volta, ho iniziato a guardare la vita con occhi diversi”, ha esordito.
“Stavo perdendo gli anni più belli della crescita di mia figlia. Volevo vivere di più la famiglia ma i sabati e le domeniche, per non parlare delle festività, ero al lavoro. Quando io ero stressato per i picchi di turnazioni infinite, la mia famiglia mi aspettava a casa rinunciando alle vacanze. Nella multinazionale nella quale lavoravo da più di 18 anni non sentivo più valorizzata la mia figura professionale ma sentivo di esser diventato solo un numero”, questo il suo rammarico.
Ecco quando è cambiato tutto: “Dopo mesi a rimuginare, ho guardato mia moglie in faccia e le ho detto la verità: quello non era il lavoro che volevo fare per tutta la vita. Ho ripreso i libri in mano, ho ricominciato a studiare e mi sono presentato al concorso ordinario per l’insegnamento bandito nel 2020. Finalmente nel 2022 sono riuscito a conseguire l’abilitazione”.