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Inizio scuola, Giuliani: “Cattedre vacanti, organico Covid, sistemi di aerazione e denatalità. Le criticità del rientro in classe”

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Primo giorno di scuola per decine di migliaia di studenti. Per tutta la settimana quasi tutta Italia ritornerà tra i banchi e nel mondo della scuola si torna a parlare di criticità da affrontare. Il direttore della Tecnica della Scuola Alessandro Giuliani è intervenuto a ‘Che giorno è’ su Rai Radio 1 toccando diverse problematiche:

Le maggiori criticità all’orizzonte? “Per quanto riguarda la prevenzione del Covid, la criticità maggiore è che nel 97% dei casi non abbiamo i tanto auspicati sistemi di aerazione meccanica. I virologi per tutta l’estate ci hanno detto che erano e rimangono lo strumento più idoneo per prevenire i virus, questo non è stato fatto, quindi nella maggior parte delle 366mila classi che si avviano o hanno avviato l’anno scolastico questo non avverrà, quindi ci attende un altro anno con le finestre aperte. La mascherina è raccomandata nei casi di sintomi, però viene indicata come quasi obbligatoria per i cosiddetti fragili. Per quanto riguarda l’inizio dell’anno scolastico, nonostante quanto afferma il ministro dell’Istruzione, mancano all’appello diversi insegnanti di ruolo”.

Cattedre e organico Covid

“Abbiamo circa 150mila insegnanti che sono supplenti e verranno nominati a breve – spiega Giuliani – di questi, una parte non tanto residua, in medie e superiori, non è facilmente reperibile con le graduatorie canoniche. Dovranno essere i presidi in autunno a nominare in migliaia di casi. Nel frattempo quasi sempre si nomina un docente temporaneo su supplenza cosiddetta breve e questo comporta soprattutto su sostegno un cambiamento in corsa che ha chiari ed evidenti problemi a livello di didattica. I concorsi, ce ne sono 7, conclusi o in atto, non hanno portato quel nucleo di docenti che si pensava potessero sopperire al problema. Nel frattempo abbiamo problemi di gestione delle scuole. I dirigenti hanno inviato nei giorni scorsi delle richieste all’Arpa sull’aerazione delle classi ma quest’ultima si è sollevata dalla questione. E poi c’è la mancata conferma dell’organico Covid. Dai 70mila del primo anno ai 40-50mila del secondo, quest’anno non sono stati nominati e questo comporterà dei problemi qualora i casi Covid dovessero risalire”.

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Perchè mancano gli insegnanti?

“Parliamo di circa 800mila insegnanti in Italia, di questi 150mila sono precari. Abbiamo moltissime cattedre di sostegno che in gergo tecnico vengono definite in deroga, che non possono essere assegnate al ruolo, sia perché mancano docenti specializzati, sia perché sono cattedre con scadenza 30 giugno. È un tecnicismo che permette allo Stato di risparmiare un paio di mesi l’anno di stipendi ma poi non permette la stabilizzazione. Parlo di 60-70mila cattedre. Su queste c’è un nodo di carattere legislativo che andrebbe superato. In molti altri casi su cattedra comune c’è anche carenza di abilitati e aspiranti inseriti nelle cosiddette graduatorie esaurite quindi questo comporta che vengono necessariamente nominati dei supplenti”.

Studenti in netto calo

“Si parla molto di denatalità, è stato pubblicato da parte del MI un dato molto significativo che riguarda il decremento d’iscrizioni. In due anni 220mila studenti in meno si sono iscritti alla scuola pubblica. Invece abbiamo avuto 22mila alunni con disabilità in più. In alcune regioni il numero di alunni con disabilità è superiore al numero delle classi, questo significa che in media abbiamo almeno un alunno disabile per classe. Su sostegno abbiamo 200mila insegnanti, la metà sono precari”.