Home Attualità Insegnante come “modello” educativo: sta scritto nel nuove Indicazioni nazionali, ma la...

Insegnante come “modello” educativo: sta scritto nel nuove Indicazioni nazionali, ma la Cisl contesta l’idea

CONDIVIDI

Non da oggi nel sistema scolastico parla di ridefinizione dei profili professionali del personale della scuola.

Un primo tentativo di aggiornamento è stato avviato con il CCNL 2019/21, quello attualmente in vigore, che ha previsto una “correzione” dei profili del personale ATA.
Con un decreto ministeriale del dicembre 2024 è stato istituito un Gruppo di lavoro per la “Definizione dei framework delle competenze professionali del personale scolastico”.
Ne parla anche la Cisl Scuola, nella sua ultima newsletter per i dirigenti scolastici, lamentando però il fatto che di queste proposte si sia temporaneamente persa traccia.

Nel frattempo – sottolinea il sindacato guidato da Ivana Barbacci – il dibattito si è arricchito di un elemento controverso: nella bozza delle nuove Indicazioni nazionali per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo è comparsa una riflessione sul ruolo del docente, descritto non solo come professionista dell’insegnamento ma anche come “modello”, punto di riferimento capace di stimolare il desiderio di apprendere dell’alunno. Secondo il testo – prosegue Cisl Scuola – l’allievo non sceglie di desiderare di imparare, ma sceglie chi riesce a ispirarlo in tale direzione — il maestro come esempio, guida e motore del percorso formativo.

Questa impostazione, pur suggestiva, solleva interrogativi rilevanti. Non trova infatti riscontro nello stato giuridico o nei contratti attualmente in vigore, introducendo un’idea di professionalità non formalmente regolata. Inoltre, l’adozione del concetto di “modello” nel contesto educativo rischia di promuovere rappresentazioni idealizzate, talvolta rigide o ideologiche, del ruolo del docente.
Secondo il sindacato, un maestro-modello può facilmente diventare un riferimento totalizzante, potenzialmente in contrasto con altre figure educative – genitori, altri insegnanti, contesti culturali – generando ambiguità o tensioni.
Il rischio è quello di sovraccaricare la figura del docente di un compito simbolico che eccede la sua funzione professionale, avvicinandolo a una figura carismatica e difficilmente replicabile.

Resta fermo il principio che una ridefinizione dei profili professionali è necessaria, ma essa deve essere frutto di una riflessione sistematica, basata su analisi rigorose, confronto tra esperti e coerenza normativa. Inserire elementi nuovi attraverso documenti programmatici, senza un quadro di riferimento chiaro e condiviso, rischia di alimentare confusione piuttosto che innovazione.

“A parte le perplessità sulla legittimità e opportunità di operare per questa via sulla definizione di aspetti di professionalità docente – conclude Cisl Scuola – desta una certa inquietudine il richiamo all’idea di un insegnante che sia anche modello, concetto che richiama l’idea di esclusività (difficilmente conciliabile con aspetti di formazione individuale dell’allievo) e conformità, più che di generatività”