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Insegnanti calabresi parlano di ‘Buona Scuola’ al tavolo ANPI

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Indetto dal Comitato Provinciale A.N.P.I. di Catanzaro, si è svolto il 4 ottobre, in collaborazione e presso la libreria Ubik di Catanzaro Lido, un incontro-dibattito dal titolo “Per una scuola di sana e robusta costituzione”.

Protagonisti di questo incontro, gli “Insegnanti calabresi” – PSP Partigiani della Scuola Pubblica – che stanno svolgendo un lavoro di informazione massiccia sui contenuti della legge 107/2015, denominata “Buona scuola”, e promosso numerose iniziative di lotta.

Il presidente del comitato A.N.P.I. di Catanzaro, dott. Mario Vallone, impegnato nella difesa della memoria e dei valori della Resistenza e della Costituzione, che sono attualissimi, oggi più che mai, di fronte alle tante resistenze che dobbiamo combattere, ha inteso, con questo incontro, focalizzare l’attenzione sull’emergenza scuola, stante la mobilitazione e le proteste di tanti docenti nei confronti della legge 107/2015, meglio conosciuta come “Buona scuola”, che presenta evidenti profili di incostituzionalità.
Ad inizio incontro, gli interventi introduttivi di Nisticò, titolare dell’Ubik e del dott. Vallone, che hanno voluto sottolineare le finalità di questo ed altri incontri che seguiranno, su temi e questioni di scottante attualità,ponendo l’attenzione sui cambiamenti della società italiana e sui possibili stravolgimenti della Carta Costituzionale. Sono poi intervenute le professoresse Rosanna Giovinazzo e Bianca Laura Granato in rappresentanza del Comitato per la scuola della Repubblica – Catanzaro e provincia e Collettivo Insegnanti Calabresi.
La professoressa Giovinazzo ha ripercorso i momenti salienti delle varie riforme scolastiche da Berlinguer a Giannini, che hanno preparato l’humus per l’approvazione della legge 107/2015, completando e realizzando il disegno di una scuola verticistica ed aziendalistica. Modello di scuola che mina pericolosamente, in nome di un’ideologia tecnocratica e plutocratica, i principi fondanti della scuola come luogo di formazione e di educazione mediante lo studio, l’acquisizione delle conoscenze e lo sviluppo della coscienza critica.
La professoressa Granato ha spiegato i profili di incostituzionalità della 107 soffermandosi sui molti articoli della Costituzione che sono evidentemente lesi : l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge (Art. 3), la manifestazione libera del proprio pensiero (Art. 21) , la libertà di insegnamento (Art. 33), la perequazione contributiva (Art. 53), il diritto del Parlamento di definire principi, criteri direttivi e validità temporale della delega affidata all’Esecutivo (Art. 76), l’imparzialità dell’Amministrazione (Art. 97), ed altri ancora.
Ha inoltre approfondito il tema dell’alternanza scuola-lavoro, che lede il diritto allo studio, in quanto divenuto obbligatorio, e che fa legittimamente temere situazioni di sfruttamento minorile.
Infine ha sottolineato la pericolosità delle deleghe in bianco presenti nella legge 107 con le quali il Governo potrà disporre del corpo docente e del sistema nazionale di istruzione e formazione a suo piacimento, modificandone la struttura senza tener conto di alcuna mediazione.
In ultimo si è dato spazio agli interventi del pubblico, che sono stati tanti, e tutti accomunati dalle forti preoccupazioni che il risultato di questa legge sarà lo smantellamento definitivo della scuola pubblica, oltre che dalla convinzione che bisogna contrapporsi con ogni mezzo lecito all’attuazione della legge stessa.
E lo strumento principale di lotta cui fare affidamento dovrà essere l’informazione a tappeto: studenti, famiglie, forze sociali, associazioni, tutti coinvolti affinché si rendano consapevoli della pericolosità della “Buona (mala) scuola” e dell’importanza del coinvolgimento in questa battaglia che non riguarda solo la scuola, ma la società tutta, perché è una battaglia di civiltà.