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Insegnanti, non più per chiamata diretta

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Marcia indietro del ministro Moratti sulla materia del reclutamento degli insegnanti. Contrariamente a quanto era stato previsto sette mesi fa, cioè che un quarto degli insegnanti della scuola del futuro avrebbe potuto essere assunto per chiamata diretta delle singole istituzioni, al di là, ed anche contro, qualsiasi graduatoria, il Ministro è tornato sul problema ed accantonato, per fortuna, l’ipotesi che avrebbe finito con l’essere sicuramente discriminatoria di chi da anni aspetta di essere immesso nei ruoli.
L’assunzione di un quarto degli insegnanti delegato alle singole scuole, attraverso i pareri degli organi collegiali, era stata l’idea base della bozza di decreto che il ministro Moratti aveva presentato nel luglio dello scorso anno.
Idee, in verità, per la nostra cultura troppo progressiste e che non sono congruenti, anzi addirittura cozzano, con la tradizione pedagogica e italiana, ma pure fortemente liberistiche alimentate da quel clima che qualcuno vorrebbe alla base del concetto di scuola come impresa, azienda, mercato.
Nella nuova bozza presentata dal ministro Moratti la settimana scorsa c’è stato un ripensamento, una marcia indietro come era ovvio.
Gli insegnanti, secondo la nuova bozza di decreto, saranno chiamati attraverso due canali da dove saranno assunti per un numero di posti corrispondente a quello degli insegnanti che gradualmente andranno in pensione.
A colmare i pensionamenti l’amministrazione scolastica provvederà assumendo per un 50% dalle attuali graduatorie permanenti e per l’altro 50% da un meccanismo ancora appena prefigurato, ma che dovrebbe tener conto delle lauree lunghe conseguite nelle università, da un esame di Stato per l’acquisizione delle eventuali abilitazioni, da un periodo di praticantato ecc.
Così presentato il meccanismo di reclutamento sembra anche positivo, ma in realtà prefigura tempi lunghissimi tanto che non poche, come era ovvio, sono le riserve già avanzate dai sindacati di categoria e dalle associazioni professionali.
La verità è che il sistema di reclutamento dei docenti è ancora tutto in salita anche perché, come è prevedibile, non sarà materia da poter essere regolamentata con decreto attenendo per una larga parte al quadro delle norme contrattuali.
Né deve essere sottovalutato il fatto che, al momento, esistono al parlamento in discussine due disegni di legge sul nuovo stato giuridico in cui si stesso ridisegnando le funzioni, i compiti ed il ruolo dell’insegnante del futuro con un attenzione alla dimensione europea.