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Ius Scholae, no di Meloni: “Concentriamoci sul programma di Governo”. Ormai è un tema che ritorna ogni estate?

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“Concentriamoci sulle proprietà del programma di governo, la cittadinanza non è tra queste”, queste le parole della presidente del Consiglio Giorgia Meloni in merito allo Ius Scholae, di cui si è parlato moltissimo negli scorsi giorni. A rilanciare la propria proposta è stato Antonio Tajani, il vicepremier e Ministro degli Esteri, leader di Forza Italia.

Per la premier non si tratta di una priorità, come riporta Fanpage: “Nel merito io personalmente non considero corretto o utile concedere la cittadinanza a un minore se i suoi genitori sono ancora stranieri. Peraltro già con l’attuale legge, dopo dieci anni di residenza in Italia, si ha diritto alla cittadinanza”.

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La premier ha aggiunto che “un altro tema potrebbe essere occuparsi delle rigidità amministrative che ancora ci vengono segnalate dalle seconde generazioni, penso al fatto che chi raggiunge 18 anni e vuole richiedere la cittadinanza poi trova oggettive complicazioni. Su questo si potrebbe lavorare, ma sarebbe più semplice affrontare questo tema se il dibattito non assumesse una piega ideologica. Però anche qui bisognerebbe eventualmente parlarne con la maggioranza”, ha sottolineato.

“In ogni caso se posso dare un consiglio sarebbe un bene che tutti ci concentrassimo sulle priorità del nostro programma che dobbiamo terminare entro la fine della legislatura”, ha concluso.

Ius Scholae, si va avanti?

Il Partito Democratico, nel frattempo, è pronto a valutare la proposta di Forza Italia sullo Ius Scholae in Parlamento. La mossa arriva dopo che gli azzurri hanno chiesto ai dem di sostenere la proposta per riformare la cittadinanza, nonostante la contrarietà di Lega e Fratelli d’Italia.

“Per noi la cosa importante, ben al di là dei giochi di palazzo sulla pelle delle persone, è far fare passi avanti per cambiare la legge sulla cittadinanza che riteniamo ingiusta verso chi è nato o cresciuto in Italia e non si vede ancora riconosciuto come cittadino – dice a nome del partito Piefrancesco Majorino, responsabile del Pd per l’immigrazione e uomo di fiducia di Elly Schlein – Siamo pronti al confronto nel merito dei testi, a partire dalla nostra proposta di legge organica sullo ius soli, e siamo aperti al confronto con tutti quindi anche con Forza Italia, pur ritenendo quella proposta dello ius scholae molto parziale e lontana dalla nostra”.

“Tecnicamente – dice invece Rossano Sasso – chi fa una proposta del genere non conosce la realtà delle nostre scuole. Ci sono bambini che arrivano alla secondaria e conoscono 19-20 parole di italiano. Siamo contrari a regalare la cittadinanza a un ragazzino che non sa neanche l’italiano. È una proposta irricevibile dal punto di vista politico e tecnico”. E la vicesegretaria del Carroccio Silvia Sardone aggiunge: “Non siamo disponibili a trattative sulle ius scholae”.

Nel frattempo Tajani, all’Ansa, ha detto la sua ieri: “Abbiamo sempre avuto una posizione molto chiara. Abbiamo depositato la proposta di legge sullo Ius Italiae, che comprende sia Ius Scholae e Ius Sanguinis. Per lo Ius Scholae abbiamo una proposta che dice che si può richiedere la cittadinanza italiana dopo dieci anni di scuola conclusi con profitto, non basta essere iscritti a scuola. Vogliamo andare avanti in questa direzione”.

“Crediamo che a questo milione di ragazzi debba essere data la possibilità, se lo vogliono, dopo aver studiato la storia, la geografia, la lingua. Se studi e ti integri puoi diventare cittadino. Non è una cosa automatica, è una proposta seria, diventare cittadini italiani è una cosa seria. Non è che siamo pronti a votarlo, abbiamo la nostra proposta che è diversa da quella del referendum che diceva cinque anni, a quello siamo contrari, è un modo troppo lassista di concedere la cittadinanza.

Ius Scholae, Tajani ne parla da tempo

“Sullo Ius Scholae – ha puntualizzato Tajani lo scorso settembre – ho detto di attualizzare la legge sulla cittadinanza. Di concederla a chi per 10 anni frequenta la scuola con profitto. Questa è una proposta più severa della legge attuale con cui si diventa cittadini a 18 anni se si è sempre stati in Italia. La scuola invece ti forma come cittadino italiano”.

“Questo non ha nulla a che vedere con la lotta all’immigrazione illegale: ho difeso Matteo Salvini per quello che ha fatto per difendere i confini, però sullo Ius Scholae il centrodestra non può essere oscurantista e non capire come cambia una società”, ha detto Tajani, riferendosi ad esempio a chi viene a lavorare in Italia o ai profughi e ai loro figli.

E ancora: “Sono contrario allo Ius Scholae dopo 5 anni, è troppo poco, e sono contrario allo Ius Soli“, con il quale la cittadinanza si acquisirebbe per il fatto di essere nati sul territorio dello Stato italiano.

Invece, “la sinistra si illudeva che votassimo i loro emendamenti per far cadere il governo. La cittadinanza è una cosa seria, non è un giochetto parlamentare”, ha concluso Tajani.

Insomma, praticamente ogni estate, da due anni, il tema dello Ius Scholae ritorna puntualmente, ma ancora il Governo sembra non trovare una quadra.