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Jung e i tipi psicologici di dirigenti

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Se Jung si intrattiene sui “tipi psicologici”, ci sarebbe pure di intrattenersi sui vari “tipi psicologici di dirigenti” scolastici; e se Jung ne classifica otto principali, sembra che sul versante della dirigenza ce ne sarebbe anche qualcuno in più. 

Iniziamo col preside che, coltivando ulivi, pretendeva che gli insegnanti della sua scuola comprassero l’olio da lui. Li agevolava però portando i bidoncini colmi nell’alloggiamento dei bidelli dove ciascuno li prendeva, pagando certamente anche qualcosina in più.

C’è poi il preside che si fa lavare la macchina dal bidello, e non solo. E che ci vuole con la spugna e un tubo d’acqua? Tanto questo personale non è che lavori molto, pensa il capo.

Altro tipo è quello che periodicamente entra in classe per controllare gli insegnanti. Lui dice per verificarne la validità didattica e professionale, su cui potremmo essere d’accordo. Tuttavia, quando entra non bussa e dunque non chiede padronescamente permesso al titolare di quell’ora. Entra e basta, dando pure un pessimo esempio di educazione agli alunni. 

Poi c’è il preside che fissa due ore a settimana per conferire coi suoi ex colleghi: prendere o lasciare. Ma ci sono urgenze? Nulla da fare. Questa tipologia non entra nemmeno in sala insegnanti la mattina per salutare e magari scambiare quattro chiacchiere nel corridoio o davanti alla macchinetta del caffè. 

E c’è ancora l’altro tipo, quello che, non si sa per quale strano motivo, convoca il collegio dei docenti il sabato pomeriggio; ma anche durante le vacanze di Natale o di Pasqua: non ci sono forse altri giorni disponibili? Nossignore, a quanto sembra.

Ma non finisce qui, perché c’è anche quello che si inventa il regolamento della scuola, per cui, anche se non stabilito dal collegio, i prof devono andare per tutto il mese di giugno, per solidarietà ai colleghi impegnati negli esami, a escogitare cosa fare a scuola, talvolta anche il gioco della scopa.

Con un po’ di attenzione, si trova pure quello che se la pensa e revoca gli incarichi ai prof di sua spontanea volontà, senza confrontarsi e senza controllare le disposizioni. Perché così gli dice la testa, o forse qualche occulto suggeritore.

Qualche altro addirittura, tipologia stramba, si inventa i contratti di lavoro e la normativa, pagando corsi di recupero e attività extracurriculari secondo i parametri più bassi, le tabelle più povere ritenendo che per i prof, essendo fannulloni, quelle somme siano anche eccessive. 

C’è qualche altro infine, e ci scusiamo se in queste tipologie manca qualcuna, che si nomina le Rsu secondo i propri desideri, per cui risultano pure collaboratori col doppio incarico: suoi vice-dirigenti e anche rappresentanza sindacale dei docenti. Un conflitto di interesse che però non interessa alla dirigenza pur di mantenere saldo il suo “sceriffato”.

Riflessione ultima, che però non c’entra con Jung: a queste tipologie di dirigenti, e per fortuna i suoi proseliti dovrebbero essere poco numerosi, qualcuno vorrebbe dare il compito e l’incarico di scegliersi i docenti dalle graduatorie per le loro scuole, scavalcando i punteggi; ed essere sempre loro ad assegnare le ricompense per i prof più meritevoli: che può essere, a patto però che si comprino l’olio.