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L’assemblea d’istituto non è attività didattica

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Le assemblee d’istituto che gli studenti gestiscono ogni mese, eccetto l’ultimo, sono da annoverare tra i 200 giorni di scuola?

E’ questo l’interrogativo che un dirigente scolastico di un istituto secondario di secondo grado in Sicilia ha rivolto alla Direzione Scolastica Regionale.
La Direzione Regionale, a sua volta, ha acquisito il parere dell’Ufficio legislativo del Miur che, con la nota n. 1911 del 24/04/2003, ha risposto negativamente.
In sintesi: i giorni utilizzati dagli studenti per le assemblee mensili non sono da considerarsi attività didattica e perciò vanno recuperati; quindi, al calendario scolastico devono aggiungersi, oltre ai 200, i giorni utilizzati dagli studenti per le assemblee.
Questo parere ha sollevato parecchie perplessità, anche perché arriva ad anno scolastico ormai concluso. Con gli scrutini e gli esami che incombono, quando sarà possibile recuperare sei, sette, anche otto giorni di scuola?
Dichiara, critico, Giorgio Rembado, presidente dell’associazione Anp: "…Prima di diffondere il principio che un giorno di assemblea equivale ad un giorno di vacanza in meno, bisognerebbe cambiare la normativa…".

Ma è proprio alla normativa che l’Ufficio legislativo del Miur s’ispira: "Gli articoli 12 e 13 del decreto legislativo n. 297/1994 configurano un vero e proprio diritto facoltativo da parte degli studenti di svolgere periodicamente assemblee d’istituto, con l’osservanza dei limiti previsti dai commi 6 e 8 del citato articolo 13.

L’articolo 74, comma 3, del citato decreto legislativo n. 279/1994 prevede che " allo svolgimento delle lezioni sono assegnati almeno 200 giorni".

L’estensore della nota, capo dell’Ufficio legislativo del Miur, è del parere che: "…le due norme sopra citate devono essere applicate in maniera da contemperare da un lato il diritto degli studenti a riunirsi in assemblea e dall’altro la necessità che alle lezioni sia dedicato un periodo non inferiore a 200 giorni".

La nota conclude: "…Nel caso che la programmazione delle giornate di lezione non abbia tenuto conto delle assemblee studentesche da effettuare e quindi nella ipotesi che non sia possibile osservare il rispetto di tale limite minimo di 200 giorni di lezione a causa dello svolgimento delle assemblee studentesche, si ritiene che debbano comunque essere recuperati i giorni di lezione necessari per il raggiungimento dei prescritti 200 giorni effettivi di lezioni".
Per concludere: se questo parere diventerà una direttiva del Ministero, tutte le scuole dovranno adeguarsi e, quindi, dovranno allungare il calendario scolastico.
Per intanto, l’unica scuola condizionata da questo parere è proprio quella che lo ha richiesto.