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La Buona Scuola è legge: ecco a voi tutti i numeri che la spiegano

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La riforma della scuola spiegata in numeri: è quanto ha cercato di fare, attraverso un documento ‘postato’ su internet, il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone. Vi proponiamo il testo per intero: ogni lettore potrà dare la propria interpretazione ai numeri esposti.

 

Il Parlamento ha approvato una legge che rivoluziona il mondo della scuola. È il cambiamento che abbiamo fortemente voluto per il futuro del nostro Paese. Finalmente gli 8.500 istituti italiani potranno davvero essere autonomi, grazie alle risorse economiche e professionali previste dalla Buona Scuola.

            I governi di destra hanno fatto cassa tagliando per  anni proprio in questo settore vitale, noi, al contrario, investiamo sulla scuola per ottenere  risultati necessari per i cittadini di oggi e di domani. Investiamo sulla scuola per valorizzare una professione, quella dell’insegnante, svilita e parcellizzata in miriadi di graduatorie. Investiamo risorse per una scuola che si autodetermina in base alle esigenze di studenti e territorio.

            3 miliardi in più all’anno, previsti in Legge di Stabilità, serviranno ad assumere docenti non solo da turnover; risorse umane per ampliare l’offerta formativa e dare gambe all’autonomia scolastica.

            123 milioni per il 2016 per il Fondo di funzionamento e 126 dal 2017. Ogni istituto si vedrà più che raddoppiate le risorse a disposizione fino all’anno scorso. Le scuole potranno programmare i loro acquisti, avendo già dall’inizio dell’anno i finanziamenti. Nessuno potrà più dire di non avere soldi per la carta igienica.

            Oltre 100 mila assunzioni a partire dal 2015 e concorso per 60.000 posti (con bando entro il primo dicembre) che valorizzerà i titoli e l’esperienza di chi ha insegnato già nella scuola. D’ora in poi si diventerà insegnante solo attraverso concorso, superando il sistema delle graduatorie perché non hanno garantito i docenti né tantomeno gli studenti.

            Circa 38.000 assunzioni tra turnover e posti per anni coperti da supplenti, stabilizzazioni di oltre 15.000 insegnanti di sostegno. Oltre ai 48.812 insegnati in più, circa l’8% per ogni istituto che la scuola prima non aveva e grazie ai quali ogni istituto potrà svolgere il suo progetto legato alle esigenze degli studenti e a quelle del territorio, e ad altri 6.000 in più per il sostegno.

            500 euro all’anno per l’aggiornamento dei docenti che, per un istituto con 100 insegnanti, corrispondono a  50.000 euro all’anno da destinare alla loro formazione. I docenti potranno utilizzare questi soldi per spese culturali: concerti, libri, teatro, abbonamenti a riviste. Oltre ai 40 milioni di euro per la formazione in servizio.

 

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            200 milioni per la valorizzazione dell’impegno degli insegnanti, circa 20 mila euro per ogni istituto, che verranno destinati ai docenti in base a dei criteri precisi, stabiliti da un comitato di valutazione composto da preside, tre insegnanti, un componente esterno individuato dall’Ufficio scolastico regionale e due genitori (fino alla scuola secondaria di primo grado) o da un genitore e uno studente (per la scuola secondaria di secondo grado). Il comitato non valuta i docenti: stabilisce i criteri che il dirigente dovrà utilizzare per valorizzare il lavoro degli insegnanti. Si terrà conto del lavoro dei docenti per l’innovazione nella didattica o lo sviluppo di buone pratiche, per esempio, o di come lavorino nei consigli di classe per combattere la dispersione scolastica.

            Crediamo che investire sulla professionalità degli insegnanti significhi investire sulla crescita degli studenti.

            Per fare ciò #labuonascuola è più arte, musica, lingue, diritto ed economia. Grazie all’autonomia delle scuole, ogni istituto potrà scegliere quale disciplina potenziare, in coerenza con il proprio progetto formativo. Gli studenti delle scuole superiori, grazie al curriculum opzionale, potranno decidere di approfondire materie in linea con il proprio percorso o in vista di una scelta universitaria o lavorativa.

            100 milioni all’anno per l’alternanza scuola-lavoro. Fino all’anno scorso l’alternanza scuola-lavoro venina finanziata con le risorse della Legge 440: 19 milioni. Con #labuonascuola fondi decuplicati. I ragazzi della scuola secondaria superiore potranno svolgere 400 ore di tirocinio nel caso di istituti tecnici o professionali, 200 nel caso dei licei. Sempre maggiore sinergia tra scuola, università, ricerca e mondo del lavoro.

 

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            90 milioni per il digitale nel 2015, 30 all’anno dal 2016. Sono 10 mila euro in più a scuola per quest’anno, 3.500 dall’anno prossimo. Grazie al Piano nazionale per la scuola digitale non ci saranno scuole di serie A o scuole di serie B: tutte disporranno di risorse per stare al passo coi tempi.

            300 milioni per la costruzione di 60 scuole innovative e 40 milioni per controllare oltre 6.000 controsoffitti e solai per prevenire i crolli. Oltre a un investimento di altri 200 milioni per i mutui Bei. Risorse per l’edilizia scolastica, accompagnate da una strategia di intervento unica a livello nazionale e a un continuo monitoraggio dei lavori grazie all’Anagrafe per l’edilizia scolastica, alla Programmazione unica e all’Osservatorio. Ne #labuonascuola forma, sostanza e sicurezza coincidono.

            65% di credito d’imposta per chi farà donazioni con un tetto di 100.000 euro. Ma anche un fondo di perequazione per non creare differenze tra le scuole e aiutare quelle in difficoltà.

            Il percorso della Buona Scuola si è concluso in Parlamento. Da oggi inizia negli istituti italiani, sul territorio, realtà per realtà. Una sfida per un vero cambiamento, serve passione, desiderio di nuovi saperi, sperimentazione e vera autonomia. Insegnanti motivati per bambini, bambine, ragazzi e ragazze che vivono il presente e diventano costruttori del nostro futuro.

 

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