Home Precari La corte di giustizia Ue: “Assumere 250mila precari” I dettagli della sentenza

La corte di giustizia Ue: “Assumere 250mila precari” I dettagli della sentenza

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Per la Corte di Giustizia europea le norme italiane sui contratti precari nella scuola violano la direttiva comunitaria: la Corte ha infatti condannato l’Italia per la violazione della Direttiva 1999/70/CE e giudicato illegittima la reiterazione, da parte della Pubblica amministrazione, dei contratti a tempo determinato oltre i 36 mesi. “E’ una vittoria storica, cinque anni dopo la denuncia alla stampa e un contenzioso avviato presso le Corti del lavoro per migliaia di supplenti”, commenta in una nota il sindacato Anief. La Gilda degli Insegnanti annuncia invece “subito una diffida al Governo e poi, entro dicembre, al via in tutta Italia le iniziative giudiziarie per la stabilizzazione dei precari.

 

AGGIORNAMENTO

 

10.17 Il comunicato della Gilda

 

“Subito una diffida al Governo e poi, entro dicembre, al via in tutta Italia le iniziative giudiziarie per la stabilizzazione dei precari. E’ questo il piano di azione deciso dalla Gilda degli Insegnanti dopo la sentenza con cui questa mattina la Corte di Giustizia europea ha condannato l’Italia per la violazione della Direttiva 1999/70/CE e giudicato illegittima la reiterazione, da parte della Pubblica amministrazione, dei contratti a tempo determinato oltre i 36 mesi. Nella diffida indirizzata a Palazzo Chigi e al ministero dell’Istruzione – spiega l’avvocato Tommaso De Grandis, legale rappresentante della Gilda nella causa alla Corte europea – verrà fissato un termine breve entro cui dare esecuzione alla sentenza emessa questa mattina dai giudici di Lussemburgo, perché vogliamo sapere quando e come l’Esecutivo intenderà provvedere alla stabilizzazione dei precari della scuola. In seconda istanza, entro il mese di dicembre, – prosegue De Grandis – verranno impartite istruzioni operative a tutte le nostre sedi provinciali per intraprendere iniziative, anche giudiziarie, volte alla stabilizzazione del precariato pubblico. Le province che hanno già presentato ricorso al giudice del lavoro, dovranno allegare, a verbale di udienza, la sentenza della Corte di Lussemburgo e chiedere la disapplicazione delle norme interne che contrastino con la Direttiva comunitaria”.  Siamo molto soddisfatti – commenta Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda – perché la sentenza della Corte europea sancisce una vittoria per il nostro sindacato che dal 2007 ha intrapreso la strada giudiziaria con ricorsi che richiamavano le norme europee contro l’abuso dei contratti a termine nel pubblico impiego. Per questa battaglia non abbiamo chiesto un centesimo ai precari, perché il peso economico è stato sostenuto interamente dal sindacato che si è costituito parte civile nel procedimento. Adesso – conclude Di Meglio – ci auguriamo che il Governo, come ha annunciato nelle linee guida sulla Buona scuola con il piano di assunzioni dei 148mila precari inseriti nelle Gae, dia rapidamente seguito alla sentenza dei giudici europei”.

 

 

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10.18  Il tweet della Flc Cgil 
 
 
Finalmente le ragioni dei precari – stabilità del lavoro e equa retribuzione – sostenute dalla FLC CGIL anche in migliaia di ricorsi sono state riconosciute alla luce del sole. Quando accadono questi fatti siamo orgogliosi di sentirci europei. Nelle prossime ore in una conferenza stampa organizzata dalla FLC CGIL il segretario generale Domenico Pantaleo e l’ufficio legale anticiperanno i contenuti della sentenza e suoi effetti.

 

10.19 Il commento dell’Anief

 

Il presidente Anief Marcello Pacifico commenta così la sentenza: “La sentenza arriva a distanza di quasi cinque anni da quando l’Anief avviò la vertenza sovranazionale e dopo migliaia di ricorsi presentati nei tribunali del lavoro italiani, che si vanno a sommare alla miriade di denunce pervenute alla Commissione Europea: “arriviamo a questo importante evento presso la Curia del Corte di giustizia europea  dopo esserci imposti già in diverse occasioni nei tribunali italiani, con risarcimenti a favore dei lavoratori in media di 30mila euro per ognuno. Sull’esito del processo, che interessato la vita professionale e personale di tantissimi precari, siamo fiduciosi”. 

 

10.43 Ecco il comunicato stampa da parte della Corte di Giustizia Europea (clicca qui)

 

10.58 Il commento della Fondazione Agnelli

 

11.17 Il commento di Beppe Grillo

 

11.32 Il testo integrale della sentenza della Corte di Giustizia Europea (clicca qui)

Sentenza

 

Ecco la sentenza: la clausola 5, punto 1, dell’accordo quadro sul lavoro a tempo determinato, concluso il 18 marzo 1999, che figura nell’allegato alla direttiva 1999/70/CE del Consiglio, del 28 giugno 1999, relativa all’accordo quadro CES, UNICE e CEEP sul lavoro a tempo determinato, deve essere interpretata nel senso che osta a una normativa nazionale, quale quella di cui trattasi nei procedimenti principali, che autorizzi, in attesadell’espletamento delle procedure concorsuali per l’assunzione di personale di ruolo delle scuole statali, il rinnovo di contratti di lavoro a tempo determinato per la copertura di posti vacanti e disponibili di docenti nonché di personale amministrativo, tecnico e ausiliario, senza indicare tempi certi per l’espletamento di dette procedure concorsuali ed escludendo qualsiasi possibilità, per tali docenti e detto personale, di ottenere il risarcimento del danno eventualmente subito a causa di un siffatto rinnovo. Risulta, infatti, che tale normativa, fatte salve le necessarie verifiche da parte dei giudici del rinvio, da un lato, non consente di definire criteri obiettivi e trasparenti al fine di verificare se il rinnovo di tali contratti risponda effettivamente ad un’esigenza reale, sia idoneo a conseguire l’obiettivo perseguito e sia necessario a tal fine, e, dall’altro, non prevede nessun’altra misura diretta a prevenire e a sanzionare il ricorso abusivo ad una successione di contratti di lavoro a tempo determinato.

 

11.40  Le dichiarazioni di Mimmo Pantaleo, segretario generale Flc-Cgil

 

“La Corte Giustizia Europea ha deciso che i precari della scuola con più di 36 mesi di servizio hanno diritto all’assunzione a tempo indeterminato. La sentenza è destinata a fare da apripista e dare una speranza alle centinaia di migliaia di precari che da anni coprono posti vacanti facendo funzionare le scuole, gli enti di ricerca, le università e tutte le pubbliche amministrazioni.  Renzi non può più sostenere che il sindacato difende i garantiti! Finalmente le ragioni dei precari – stabilità del lavoro e equa retribuzione – sostenute dalla Flc-Cgil anche in migliaia di ricorsi  sono state riconosciute alla luce del sole. Adesso sfidiamo il Governo a dare immediata attuazione alla sentenza stabilizzando tutti i precari e non solo quelli iscritti nelle graduatorie a esaurimento. Ma non ci fermiamo qui. Stiamo chiedendo che nelle elezioni nel pubblico impiego delle RSU di Marzo ai precari venga riconosciuto il diritto a candidarsi e a votare. Nel rinnovo dei contratti nazionali rivendicheremo uguali retribuzioni e diritti tra lavoratori precari e a  tempo indeterminato. La Flc-Cgil vuole unire il mondo del lavoro e per queste ragioni continueremo a lottare per cancellare il precariato. Invece il Governo Renzi  con il Jobs Act allarga la precarietà e riduce il lavoro a merce per rispondere agli interessi delle imprese e dei poteri forti. La sentenza della Corte di Giustizia Europea rafforza le ragioni dello sciopero generale del 12 dicembre”.

 

12.05 Altra dichiarazione Flc-Cgil

 

12.10 Dichiarazione di Silvia Chimienti (M5S)

 

12.15 Dichiarazione di Fabrizio Bocchino (Ilic)

 

“Giustizia è fatta. Una bella notizia per i precari della scuola che in maniera reiterata negli anni hanno visto lesi i propri diritti”. Così il senatore di Ilic, Fabrizio Bocchino, vicepresidente della commissione Istruzione a Palazzo Madama, commenta la sentenza della Corte di giustizia europea.

“Spiace solo dover constatare – aggiunge – che senza l’intervento dell’Europa tale risultato non sarebbe stato raggiunto e che, quindi, ancora una volta lo Stato si è dimostrato incapace di tutelare i propri cittadini”.
Bocchino, quindi, chiosa: “L’assunzione dei precari storici annunciata dal governo è solo un atto dovuto. Dal momento che la sentenza Ue era attesa da tempo. E’ inutile, dunque – conclude – che Renzi continui a prendersi meriti che non ha”.  

 

12.16 Il comunicato dei Cobas

 

Dopo le tante polemiche e i conflitti, ultimo lo sciopero generale del 14 novembre, che abbiamo sostenuto in questi anni contro le politiche economiche  e sociali dell’Unione Europea, per una volta possiamo dire senza tema di smentite: viva l’Europa, o più precisamente, viva la Corte di giustizia europea che oggi – per bocca del suo presidente sloveno Marko Ilesic – ha deciso, ridicolizzando il nostrano MIUR e i governi italici di tutti i colori che hanno consentito la lunghissima illegalità, che i contratti precari per i docenti ed Ata italiani sono illegittimi. Questa storica sentenza impone che i precari della scuola che hanno almeno tre anni (trentasei mesi) di lavoro scolastico debbano essere assunti o risarciti nel caso abbiano smesso di lavorare nella scuola o non siano interessati a rimanerci: e il risarcimento deve riguardare anche gli scatti di anzianità.

La cifra esatta degli interessati/e supera forse la quota di 300 mila, docenti o Ata, comunque almeno il doppio di quelli delle Graduatorie ad esaurimento che dovrebbero essere assunti da settembre 2015 secondo gli impegni del governo, e riguarda sia i precari di seconda fascia sia quelli di terza. Ora, è vero che in alcune precedenti occasioni i governi hanno preferito pagare le multe (e in questo caso anche i risarcimenti) che ottemperare alle decisioni della Corte europea o della Consulta italiana, e che dunque le procedure legali da avviare rapidamente andranno accompagnate anche da una mobilitazione permanente dei precari affinché da settembre 2015 essi/e possano essere tutti/e lavoratori/trici stabili nella scuola. Ma stavolta sarà molto difficile sfuggire ad una pesantissima condanna europea, anche perché la cosa a questo punto coinvolge direttamente pure il restante Pubblico impiego, visto che non si vede come il governo italiano possa evitare che una tale decisione si estenda pure ai precari della PI, i quali, dunque, devono avviare analoghe mobilitazioni e procedure giuridiche. Per i precari, docenti ed Ata, che abbiano i 36 mesi di lavoro e per i precari del PI in situazione analoga, le nostre sedi provinciali sono ovviamente disponibili affinché i tribunali del lavoro, applicando la sentenza europea, diano giustizia definitiva a tutti/e coloro che in questi anni sono stati utilizzati illegalmente, spremuti come limoni, sottopagati e che nella scuola, con il Piano Renzi, si voleva espellere al 50%, mettendo precari contro precari, fasce contro fasce.

Garantiamo rapidamente la piena attuazione dei diritti dei precari docenti ed Ata e estendiamo tale conquista a tutto il Pubblico Impiego.

 

12.43 La dichiarazione di Paolo Ferrero (PRC)

 

La Corte di giustizia europea obbliga finalmente lo stato italiano ad assumere tutti i precari. Renzi aveva cercato con una operazione propagandista di mettere una toppa su una situazione assurda in cui lo stato sfruttava centinaia di migliaia di docenti, ma adesso sarà obbligato a fare pulizia e ad assumere tutti coloro che fanno andare avanti la scuola. Le assunzioni siano immediate e il governo assuma anche tutti gli altri precari che mandano avanti la pubblica amministrazione: sono centinaia di migliaia le persone che lavorano quotidianamente per lo stato,  obbligati ad una precarietà che sovente addirittura costa allo stato più di una assunzione. L’ideologia della precarietà del governo italiano ha prodotto un disastro, adesso si assumano a tempo indeterminato tutti i precari!

 

12.54 Commento del Codacons 

 

La decisione della Corte di giustizia Europea che ha bocciato la normativa italiana sui contratti di lavoro a tempo determinato nel settore della scuola “accoglie in pieno le nostre richieste avanzate: si tratta di una sentenza importantissima che avra’ conseguenze pesanti per lo Stato italiano”. Lo afferma in una nota il presidente del Codacons Carlo Rienzi. “La decisione della Corte Ue infatti – prosegue Rienzi – spiana definitivamente la strada ad una valanga di ricorsi da parte dei 150.000 precari della scuola che si sono visti rinnovare negli anni i contratti a tempo determinato, in totale spregio delle norme comunitarie e subendo un danno economico ingente”. “Non a caso i giudici italiani hanno finora riconosciuto i diritti dei docenti precari da noi assistiti, condannando il Ministero dell’istruzione a pagare risarcimenti e scatti di anzianita’ per complessivi 2.766.000 euro”, conclude Rienzi. 

 

13.15 Nota stampa dell’avvocato Elda Schillaci, difensore dei lavoratori C.D. e Z.G., iscritti al sindacato Gilda di Catanzaro, con l’ausilio degli avv.ti domiciliatari Alfredo Villella (Lamezia Terme) e Rossella Barillari (Catanzaro).

 

Finalmente giustizia per i precari storici del mondo della scuola. La Corte Europea ha letto la sentenza sull’abuso dei contratti a termine senza una previsione certa per l’assunzione in ruolo.

La conseguenza più immediata della sentenza appena emanata dalla Corte Europea a Lussemburgo è che adesso 250mila precari possono chiedere la stabilizzazione e risarcimenti per due miliardi di euro, oltre agli scatti di anzianità maturati tra il 2002 e il 2012 dopo il primo biennio di servizio e le mensilità estive su posto vacante.

Una battaglia durata più di tre anni, che ha incontrato gli ostacoli e le reticenze di molti giudici nazionali, anche a causa di una normativa controversa e penalizzante.

Tuttavia, con la perseveranza e la costanza che caratterizza il nostro Studio, abbiamo portato la questione sin dinnanzi alle magistrature superiori, eccependo innanzi ai Giudici del Lavoro territorialmente competenti la doppia pregiudiziale –nazionale e comunitaria- per la violazione della direttiva comunitaria 1999/70/Ce attuativa dell’accordo quadro sul tempo determinato del 28/06/1999, recepito attraverso il decreto legislativo 368/2001. In particolare, è stato dedotto circa l’abusiva successione nel tempo dei contratti stipulati in totale spregio delle disposizioni di cui all’art 5 del D.Lgs 368/2001, con particolare riferimento all’intervenuto superamento dei 36 mesi, individuati dal comma 4 bis dell’art cit. quale termine oltre il quale il rapporto deve, a tutti gli effetti, considerarsi a tempo indeterminato.

Su un centinaio di contenziosi individuali,promossi sia da docenti che da personale Ata iscritti alla Gilda di Catanzaro (segretario prof. Nino Tindiglia) ed incardinati su tutto il territorio calabrese, la questione è stata ritenuta non manifestamente infondata dal G.L. di Lamezia Terme dott. Antonio Tizzano, il quale, con due ordinanze, ha rimesso le q.l.c. sollevate da C.D. e Z. G. innanzi alla Corte Costituzionale.

Anche la Consulta ha ritenuto fondate le questioni sollevate ed, a tal fine, ha rimesso gli atti dinnanzi la Corte di Giustizia dell’ Unione Europea, competente per materia.

I giudici comunitari hanno spiegato che la direttiva comunitaria osta a una normativa nazionale che autorizza, in attesa dell’assunzione del personale di ruolo, il rinnovo dei posti vacanti e disponibili, senza indicare tempi certi ed escludendo possibilità di ottenere il risarcimento del danno. Pertanto, ha spiegato la Corte, non esistono criteri oggettivi e trasparenti per la mancata assunzione del personale con oltre 36 mesi di servizio, né si prevede altra misura diretta a impedire il ricorso abusivo al rinnovo dei contratti.

Già il Procuratore Generale della Corte, con parere del 18.07.14, notificato all’avv. Edda Squillaci in data 01.08.14, aveva manifestato la condivisione delle questioni sollevate a favore del personale precario della scuola.

A questo punto occorrerà dare esecuzione alla decisione della Corte di Giustizia dell’UE, chiedendo al giudice nazionale la disapplicazione della normativa interna contrastante con la direttiva n. 1999/70/CE.

 

Il testo integrale della sentenza della Corte

Il servizio di Gilda Tv sulla sentenza della Corte

Gilda TV