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La formazione dei docenti pagata col taglio della carta docente e di 9.600 cattedre, denuncia Gilda

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La nuova formazione incentiva degli insegnanti, con circa 3mila euro assegnati dal 2027 a non oltre il 40% dei docenti di ruolo, sarà finanziata per oltre il 90% con i tagli progressivi alla carta del docente e l’addio (dal 2026) a 9.600 cattedre di potenziamento oggi in organico di diritto: lo ha tenuto a dire oggi Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, commentando le dichiarazioni favorevoli del ministero dell’Istruzione al decreto legge 36 approvato dal CdM e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 30 aprile scorso.

Secondo il numero uno della Gilda, “si è parlato di 800 milioni del Pnrr che saranno investiti per la formazione di 650mila docenti entro il 2025, eppure negli articoli del decreto 36 riguardanti reclutamento e formazione risulta che dal Pnrr vengono prelevati soltanto 8 milioni per la Scuola di Alta Formazione e 17 per la scuola dell’infanzia e primaria”.

“Tutti gli altri 740 milioni – continua Di Meglio – sono ricavati da tagli sulla card del docente e sugli organici”.

Alcuni sindacalisti, tra cui Marcello Pacifico, leader dell’Anief, hanno addirittura calcolato che a seguito della riduzione costante dei fondi la carta del docente potrebbe addirittura dimezzarsi: e ciò servirebbe per pagare ‘una tantum’ una parte degli insegnanti di ruolo disposti a svolgere formazione aggiuntiva su progetti didattici innovativi.

“Ci domandiamo – incalza Di Meglio – come si possa giustificare in questo caso il carattere di urgenza che contraddistingue lo strumento legislativo utilizzato, visto che ben poche risorse vengono attinte dal Pnrr per il reclutamento e la formazione, come dimostra l’analisi dei dati che la Gilda ha condotto”.

Al coordinatore della Gilda, infine, non tornano le stime ottimistiche sulle immissioni in ruolo prospettate dai dirigenti del dicastero di Viale Trastevere.

“L’unico numero certo di cui disponiamo” per quanto riguarda i docenti precari è quello degli “oltre 200mila attualmente in servizio, mentre il ministero annuncia che si starebbe apprestando all’immissione in ruolo di 200mila docenti”, ha sottolineato Di Meglio.

Per poi concludere: “i numeri non dovrebbero essere un’opinione neanche per il ministero. E, invece, ci riesce davvero difficile capacitarci su quelli che vengono comunicati da viale Trastevere”.

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