Home Politica scolastica La Riforma rende inutili i contratti

La Riforma rende inutili i contratti

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Veramente un atto coraggioso quello che verrà avanzato al Consiglio dei ministri di domani. Nessuno aveva mai osato tanto, nemmeno i Governi Berlusconi. Infatti nel disegno di legge sulla scuola si tratteranno temi, tipicamente contrattuali, come gli orari di servizio dei docenti, la retribuzione degli stessi insegnanti, il profilo giuridico del docente, i calendari scolastici e le ferie del personale scolastico. Si tratta sotto alcuni aspetti di un rinnovo contrattuale deciso unilateralmente dal Governo e nella migliore dell’ipotesi dalla maggioranza che lo sostiene.
In buona sostanza la riforma della scuola che verrà proposta in Consiglio dei ministri mina le fondamenta del contratto collettivo nazionale della scuola. Quali saranno le reazioni sindacali, soprattutto dopo avere ricevuto il voto di massa della scuola per le elezioni delle RSU? Ancora presto per dirlo, bisognerà vedere quello che succederà nel percorso parlamentare di questa legge, ma la situazione non è rosea. Per intanto la legge pare che contenga degli articoli che andranno inevitabilmente a rendere inefficace l’attuale contratto della scuola e probabilmente renderà inutili le appena elette RSU. La riforma che sbarcherà da domani in Parlamento conferma integralmente i decreti della riforma Gelmini, darà poteri illimitati e sconfinati, ben oltre il decreto legge 150/2009, ai dirigenti scolastici. É prevista l’introduzione di alcune nuove figure professionali, come per esempio quella del docente mentore e del docente di staff. Il mentore è nominato dal dirigente scolastico, che di fatto lo sceglie come fa oggi con i due collaboratori, pur tenendo conto dei crediti maturati e del curriculum professionale, e sentito il parere, non vincolante, del Collegio dei docenti. Cosa fa il mentore?  Svolge funzioni di supporto didattico e di coordinamento delle attività di formazione e di valutazione dei docenti, nonché le funzioni proprie del profilo di appartenenza; svolgerà anche le funzioni di tutoraggio dei docenti in periodo di formazione e prova. La funzione, con la relativa indennità, ha durata triennale, è rinnovabile ed è incompatibile con la funzione di docente di staff. Poi c’è appunto il cosiddetto docente di staff, individuato sempre dal dirigente scolastico, tenuto conto del curriculum professionale; svolgerà funzioni di coordinamento in relazione agli aspetti organizzativi e progettuali della scuola, oltre le funzioni proprie del profilo di appartenenza. La funzione, con la relativa indennità, ha durata triennale, è rinnovabile ed è incompatibile con quella di docente mentore. In questa riforma si parla di formazione obbligatoria dei docenti e di nucleo di valutazione i cui componenti sono per la maggior parte stabiliti dal dirigente scolastico, tra insegnanti mentori e docenti di staff, inoltre pare ci sia anche un altro dirigente scolastico scelto dall’Ufficio scolastico Regionale. Cosa valuteranno questi nuclei di valutazione? La possibile quanto improbabile progressione di carriera del docente. Tale progressione di carriera sarà regolata da un complesso algoritmo che analizzerà la carriera di ogni singolo docente con tanto di compenso già previsto in base ai crediti ottenuti e alla valutazione stabilita. In buona sostanza il contratto per decreto è servito, con buona pace di tutti i sindacati che per adesso stanno solo a guardare.