
Io sono una maestra in pensione ed ho due nipotini, Lucia e Paolo, che tra qualche anno inizieranno la scuola.
Per loro vorrei una scuola ELEMENTARE, cioè semplice e che costruisca le basi degli ulteriori apprendimenti. Sì, lo so che ora si chiama “Primaria”, cioè la prima di una lunga serie…
Mi piacerebbe che avessero poche insegnanti (quelle proprio indispensabili) e pochi libri e pochi quaderni. In prima e seconda basterebbero un quaderno a righe e uno a quadretti.
Il nipote della mia amica Luisa in prima ha 4 libri e 8 quaderni, uno per ogni “materia”. Genitori o nonni all’uscita di scuola si affrettano a caricarsi degli zaini, sollevando i piccoli scolari dal pesante fardello.
Di disegni dovrebbero essere pieni tutti i quaderni. Sui quadretti tante cornicette che sono belle, gradite e molto utili all’organizzazione spaziale. Sul quaderno a righe sarei contenta che le maestre insegnassero loro non solo a scrivere ma anche a farlo in “bella scrittura”.
Vorrei che la maestra e il libro di lettura raccontassero loro tante storie significative di tutti i tipi e che ne potessero godere senza l’assillo di doverle sempre sezionare e classificare (Qual è la parte iniziale? Chi è l’antagonista? E’ realistico o fantastico o autobiografico…) . Mi piacerebbe che imparassero a memoria filastrocche e poesie (e non solo quelle di Rodari).
La signora Anna Maria, che ha ottant’anni, è felice quando può recitare alcune filastrocche, semplici ma non banali, imparate alle elementari, fino a “La nebbia agl’irti colli” e “Il sabato del villaggio”. Certe cose imparate a scuola sono come perle che ci rimangono dentro: sfidano il tempo e illuminano la vita.
Più avanti Lucia e Paolo dovranno anche studiare storia, geografia e scienze. Spero che un eccesso di nomenclatura specifica non scoraggi la loro naturale curiosità. Ad esempio in scienze non mi importa se dimenticassero il nome o la percentuale di qualche componente dell’aria, ma vorrei che restasse loro la meraviglia per quella grande “magia” che solo le piante sanno fare con l’aria e il sole e senza la quale noi non potremmo vivere; anziché ripetere a memoria tutte le fasi del metodo scientifico, vorrei avessero l’opportunità di fare qualche semplice esperimento. Per approfondimenti più formali ci sarà tempo in seguito.
Mi piacerebbe che la storia la studiassero tutta intera (fino alla II guerra mondiale) ma in modo semplice, come un racconto. Non importa se non sapranno la differenza tra homo erectus e homo sapiens. Basta che siano stupiti nel conoscere quante sfide ha dovuto affrontare l’uomo, così fragile ma intelligente, per dominare la natura e creare le civiltà.
Adriana Chiotti