Home I lettori ci scrivono La stagione delle buste: pensionamenti, raccolte e pensierini scolastici

La stagione delle buste: pensionamenti, raccolte e pensierini scolastici

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Ogni anno, puntuale come l’ultima campanella di giugno, in quasi tutte le scuole si apre la stagione delle buste: quella delle collette per i pensionamenti. Che sia un docente, un collaboratore scolastico, un DSGA o un dirigente scolastico, arriva il momento in cui “va in pensione” e… zac! parte la raccolta.
L’iniziativa, nata come gesto affettuoso e simbolico, spesso degenera in una gara a chi spende di più: si parte dal classico “pensierino” per arrivare a regali da showroom, il tutto corredato da fogli volanti o moduli Google con nomi e quote versate. Non manca mai l’elenco dei “generosi” e – neanche a dirlo – il sottinteso giudizio per chi non ha partecipato. Perché, si sa, nelle scuole tutto si dimentica tranne chi ha versato (o non ha versato) la quota per il regalo.
Ma c’è un aspetto che merita una riflessione in più: è corretto fare un regalo al Dirigente scolastico? Non tutti sanno che il Codice di comportamento dei dipendenti pubblici (D.P.R. 62/2013), all’art. 4, stabilisce che non possono accettare, per sé o per altri, regali o altre utilità, salvo quelli d’uso di modico valore, e questo vale anche per i dirigenti. Tradotto: un piccolo omaggio simbolico può andare, ma regali di valore o raccolte “importanti” sono da evitare.
Pur senza criticare i saluti di fine carriera, che dovrebbero anzi essere occasioni autentiche e sentite, forse è il momento di riscoprire il vero significato del “pensierino”: un gesto semplice e spontaneo, non una raccolta obbligatoria o una gara a chi contribuisce di più. E magari, per una volta, si potrebbe regalare qualcosa di più prezioso di un oggetto: tempo condiviso, una lettera scritta insieme, una canzone, un video, una battuta affettuosa. Ricordi che non si comprano, ma che restano impressi molto più a lungo.
In quanto educatori, dovremmo essere i primi a dare l’esempio, mostrando che il vero valore di un saluto o di un ringraziamento non sta nel costo di un regalo, ma nell’intenzione sincera con cui lo si fa, trasmettendo così il valore dell’autenticità, e non quello dell’apparenza o dell’obbligo sociale.

Alessandro Ruffino
Dirigente Provinciale – Gilda degli Insegnanti Siracusa