Home I lettori ci scrivono La supplentite ignora i diritti dei disabili

La supplentite ignora i diritti dei disabili

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Cara/o Ministra/o dell’Istruzione,

siamo docenti di sostegno specializzati che amano infinitamente il proprio lavoro, frutto non solo di conoscenze e preparazione teorica, quanto di anima, coinvolgimento, passione. Un lavoro che permette di coltivare costantemente i semi dai quali germoglierà il futuro di molti alunni e, in particolar modo, di quelli con disabilità; un lavoro così difficile da un lato ma anche così restitutivo di emozioni e soddisfazioni dall’altro, che rappresenta una scelta quotidiana e una promessa d’impegno che giorno dopo giorno facciamo a noi stessi e a tutti loro. Proprio in nome di questa stessa promessa, oggi decidiamo di parlare della tanto decantata scuola inclusiva italiana che, pur rappresentando teoricamente un modello da imitare e potenziare in tutta Europa, rischia sempre di più di risolversi in un banale “parcheggio” degli alunni con disabilità nelle classi frequentate dai loro compagni normodotati.

La legge 107 del 2015 (cosiddetta “Buona Scuola”), per la prima volta nella storia italiana, ha indetto un concorso pubblico per l’assunzione di noi docenti di sostegno specializzati: apparentemente ciò si configurava quale definitivo riconoscimento dell’importanza della nostra figura professionale, parendo preludere alla volontà di investire realmente nell’inclusione scolastica degli alunni disabili.

Tra la primavera e l’estate del 2016 si è dunque tenuto tale concorso e, ai primi di settembre dello stesso anno, erano già pronte le graduatorie dei vincitori: per quanto riguarda il sostegno nelle scuole superiori della Toscana, la graduatoria era composta da 86 vincitori, in cui configuravamo anche noi, più 4 idonei.

Ben presto, però, la nostra soddisfazione si trasformava in sgomento perché per l’anno scolastico 2016/2017 il MIUR (“Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca”) aveva deciso di non assumere in ruolo nessuno degli 86 vincitori per la Toscana. In altre parole, ha preferito continuare a servirsi di noi in Toscana come docenti di sostegno precari, che vengono assunti con contratto a tempo determinato a settembre/ottobre per essere poi licenziati a fine giugno: tutto questo malgrado i vertici del governo avessero più volte dichiarato di voler eliminare per sempre la “supplentite”.

Poi nell’estate del 2017 il MIUR ha assunto in ruolo in tutta la Toscana solo 20 di noi 86 vincitori e adesso, a due mesi dalla fine delle lezioni, ha dichiarato che non effettuerà nessuna nuova assunzione sul sostegno in tutta Italia. In conclusione l’amministrazione scolastica si rifiuta di trasformare in organico di diritto le 40mila cattedre che attualmente sono in organico di fatto (assegnate cioè a supplenti annuali), così da risparmiare sfruttando quegli stessi vincitori di concorso che si sono guadagnati con impegno, fatica e merito il diritto alla stabilizzazione in ruolo, mentre i ragazzi con disabilità continuano a restare privi della continuità didattica che tanto gioverebbe ai loro processi di apprendimento. Eppure tutto questo è ingiusto: è ovviamente una forzatura continuare a considerare come non facenti parte della pianta organica delle nostre scuole quei posti di sostegno che in realtà sono assegnati ad alunni stabilmente iscritti; è un’ ipocrisia considerare ufficialmente in soprannumero questi posti quando poi essi sono destinanti a supplenze che vengono rinnovate puntualmente di anno in anno.

Ciò che comunque ci preme evidenziare è che a fare le spese di questa assurda situazione sono soprattutto gli alunni con disabilità che vedono di fatto depotenziato un loro diritto costituzionalmente garantito, quello all’istruzione in una scuola inclusiva, in nome di una mal celata volontà di risparmiare.

Perché in questo modo finiscono spesso per non essere seguiti dall’insegnante di sostegno nei primi mesi dell’anno scolastico (in attesa che vengano attribuite le supplenze annuali) e, non di rado, si ritrovano assegnati docenti di sostegno privi di formazione, benché vi siano insegnanti specializzati vincitori di concorso che attendono solo di poter lavorare con la continuità e la serenità che spetterebbe loro in virtù di quelle capacità e competenze che essi hanno saputo ampiamente dimostrare superando le prove concorsuali.

Noi crediamo fermamente che la scuola di oggi debba essere quella della mediazione educativa, dove tutti possono partecipare al processo formativo e diventare cittadini consapevoli e attivi. Crediamo che il ruolo di docente di sostegno non sia secondario ma fondamentale perché aiuta a combattere la neutralità e l’indifferenza che si creano attorno ai ragazzi con disabilità. Non riconoscere questo significa ignorare i loro diritti, il loro progetto di vita, il futuro loro e di tutta la scuola. Per questo è giunto il momento di operare scelte di responsabilità e chiedere una maggior sensibilizzazione su tale problematica.

Docenti di sostegno vincitori di concorso per la Scuola secondaria di 2° Grado in Toscana (in attesa di assunzione)