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I laureati all’attacco: “Perché i diplomati magistrali non vogliono il concorso? Che paure hanno?” [INTERVISTA]

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I diplomati magistrali, dopo la sentenza dell’Adunanza Plenaria Consiglio di Stato, sono balzati agli onori della cronaca. Infatti, le ripercussioni di questa sentenza potrebbero avere effetti negativi sulla scuola, con migliaia di docenti assunti in ruolo con riserva che potrebbero essere licenziati.

Tuttavia, non la pensa così Emma Villani, presidente del coordinamento nazionale laureati Scienze della formazione primaria nuovo ordinamento: “Per noi essere licenziati, significa “non avere più un lavoro”, dichiara Villani a La Tecnica della Scuola. A noi risulta che oltre alle Gae ci siano le graduatorie di Istituto. Le supplenze ci sono. Si vivrà con qualche incertezza in più, ma d’altronde in II fascia, con una laurea quinquennale abilitante, ci siamo anche noi. Inoltre voglio sottolineare come proprio cavalcando l’onda dei ricorsi, siano finiti in Gae tantissimi diplomati senza servizio”.

Il presidente spiega che i laureati in scienze della formazione primaria, nuovo ordinamento, a settembre saranno 48.000 tra laureati e studenti. Inoltre, con il nuovo Ordinamento, è stato aggiunto un anno di corso, si è passati da 4 a 5 anni, mentre il corso di specializzazione sul sostegno non è più parte integrante del corso di laurea.

Nei mesi scorsi, il coordinamento ha lanciato una campagna, che ha avuto successo, dal titolo #scemochisilaurea, con lo scopo di “provocare”, ma soprattutto di “attirare l’attenzione non solo su di noi, continua il presidente del coordinamento, ma su tutti i penalizzati della scuola (anche secondaria) che vengono continuamente minacciati dai ricorsifici. Non lo troviamo giusto. C’è ancora una visione della scuola come ufficio di collocamento, dove ‘c’è posto per tutti’ anche se non merita, non vale e/o è addirittura senza titolo. La meritocrazia deve essere il pilastro di qualsiasi procedura di reclutamento, nel pubblico come nel privato”.
I laureati infatti, lamentano il fatto che di essere stati scavalcati con le immissioni in GaE dei diplomati magistrali, non tollerando il fatto che in mezzo a tanti precari con anni di servizi ci siano moltissimi che hanno rispolverato il vecchio titolo.

A proposito di titoli, nelle scorse settimane ha fatto molto scalpore la presa di posizione di Max Bruschi, sostenendo che “l’esperienza data dal servizio, di per sé, non dice nulla sulla qualità del servizio stesso e dell’insegnante”? riferito sempre ai diplomati magistrali. Posizione condivisa dai laureati in scienze della formazione primaria nuovo ordinamento: “ogni insegnante sa perfettamente che la valutazione è parte integrante del proprio operato. Quindi, perché i diplomati non vogliono farsi valutare dalla commissione di un concorso? Che paure hanno? Noi non abbiamo timori, anzi siamo assolutamente favorevoli ai concorsi! Piuttosto bisognerebbe rispettarne la frequenza!