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Le malattie infettive a scuola

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Le malattie infettive costituiscono da sempre nel nostro Paese uno dei principali problemi di Sanità Pubblica, sia in termini sostanziali e, quindi, di impatto quali-quantitativo sulla salute della popolazione, sia per le inevitabili ricadute sociali.

I più colpiti sono proprio i bambini perché il loro sistema immunitario è immaturo e perché la socializzazione con altri bambini favorisce la diffusione di agenti patogeni. E, in effetti, quale mamma che abbia un figlio in età scolare non si è trovata davanti, almeno una volta, ad un allarme di pediculosi o di scabbia a scuola.

La società in cui viviamo oggi appare chiaramente multietnica e questo ha certamente favorito la comparsa anche di malattie non tipiche del nostro Paese e la loro diffusione nelle comunità scolastiche. D’altronde, la normativa riguardante la medicina scolastica ha subito molte modifiche da quel 1980 quando fu istituito il Sistema Sanitario Nazionale: nel 1992 viene abolita la figura del Medico Scolastico e sostituita dal Pediatra di Libera Scelta a cui, oggi, compete la tutela della salute dei bambini da 0 a 14 anni, attraverso visite mediche e screening di controllo nell’ambito di periodici bilanci di salute.

“Un’efficace prevenzione di molte infezioni – evidenzia la Prof.ssa Susanna Esposito, Direttore dell’Unità di Pediatria ad Alta Intensità di Cura Fondazione IRCCS, Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Università degli Studi di Milano e Presidente della Società Italiana di Infettivologia Pediatrica (SITIP) – si ottiene attraverso misure di controllo nelle comunità scolastiche ma, soprattutto, attraverso visite mediche e screening effettuati sui bambini con regolarità, con l’obiettivo di intervenire tempestivamente per evitare epidemie e anche per prevenire altre patologie come sovrappeso, obesità e ipertensione. L’ambito familiare rimane fondamentale per la prevenzione ed è per questo motivo che è importante che la famiglia possieda tutte le opportune informazioni per esercitare un controllo efficace della salute dei propri figli”.

Quando nella comunità scolastica sono presenti bambini stranieri, il controllo del loro stato di salute appare più complesso: se i bambini figli di genitori stranieri in regola con il permesso di soggiorno devono essere iscritti al SSN e, quindi, avranno un pediatra di base, quelli figli di genitori irregolari non lo potranno avere ma avranno diritto, comunque, alle cure mediche e alla tutela della salute (visite, bilanci di salute, vaccinazioni, controllo per la tubercolosi e per le altre malattie infettive).

“Nel caso di bambini stranieri che frequentino le scuole italiane – sottolinea Susanna Esposito – è necessario fare in modo che prima dell’ingresso in una comunità scolastica effettuino dei controlli sanitari. Questo consentirebbe da una parte, di favorire l’accesso alle cure dei malati che magari non sanno di avere bisogno di certe terapie e, dall’altra, di identificare e prontamente curare malattie come pediculosi, scabbia, parassitosi e quelle più gravi come la tubercolosi, evitando che siano trasmesse ad altri”.

In altri Paesi, come ad esempio gli Stati Uniti, i controlli sanitari per gli stranieri (inclusi gli italiani) che vogliano far frequentare le scuole americane ai propri figli sono molto rigidi: è necessario sempre fornire un’adeguata documentazione che permetta di escludere la presenza di malattie trasmissibili.

La sorveglianza sanitaria nei confronti delle malattie infettive assume, quindi, una notevole importanza strategica nell’ambito del sistema sanitario di molti Paesi: una buona sorveglianza consente sia di conoscere e, pur con certi limiti, prevedere l’andamento epidemiologico delle malattie, sia di programmare e valutare l’efficacia dei servizi addetti alla prevenzione ed al controllo del contagio.

La catena epidemiologica di importanti malattie infettive può essere interrotta con la regolare e continua adozione di una serie di “precauzioni universali”, da utilizzare indipendentemente dall’insorgenza di casi di malattia, che dovrebbero essere utilizzate sia in ambiente familiare che, a maggior ragione, in ambienti di vita collettiva come, ad esempio, il lavaggio frequente delle mani; l’utilizzo strettamente individuale di oggetti quali salviette, spazzolini da denti, pettini, biancheria personale, scarpe e cappelli; la detersione e sanificazione di giochi che possono essere imbrattati di saliva.

Fra le patologie infettive a carattere contagioso che più frequentemente sono presenti nelle collettività scolastiche, i pediatri di SITIP si soffermano in particolare sulla pediculosi del capo, la scabbia e le parassitosi intestinali.

Per garantire un’efficace controllo dello stato di salute dei bambini, i pediatri di SITIP raccomandano alle famiglie di rispettare scrupolosamente il calendario dei “bilanci di salute”:

dal 1° al 45° giorno di vita: 1° visita con controllo del peso e dell’altezza
dal 61° al 90° giorno: 2° visita con controllo del peso e dell’altezza
dai 4 ai 6 mesi: 3° visita con controllo del peso e dell’altezza
dai 7 ai 9 mesi: 4° visita con controllo del peso, dell’altezza e dell’udito
dai 10 ai 12 mesi: 5° visita con controllo del peso e dell’altezza
dai 15 ai 18 mesi: 6° visita con controllo del peso e dell’altezza
dai 24 ai 36 mesi: 7° visita con controllo del peso, dell’altezza. In questa fase si prescrive, in genere, anche una visita oculistica e una ortopedica e si consiglia un primo controllo odontoiatrico.
dai 5 ai 6 anni: 8° visita con controllo del peso, dell’altezza, dell’acuità visiva e un primo controllo della pressione arteriosa. Anche in questa fase si prescrive un ulteriore controllo oculistico, ortopedico e odontoiatrico.
dagli 8 ai 10 anni: 9° visita con controllo del peso e dell’altezza
dai 12 ai 14 anni: 10° visita con controllo del peso e dell’altezza

Gli esiti delle visite saranno raccolti nel libretto sanitario individuale che sostituisce le precedenti cartelle sanitarie scolastiche. Tali controlli, raccomandati per tutti i bambini iscritti al SSN dovrebbero essere estesi anche ai figli di genitori irregolari, soprattutto se questi frequentano le comunità scolastiche, anche per tutelare la salute dei compagni e degli insegnanti.