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Legge di bilancio 2020: per adesso mancano i soldi per classi pollaio e contratti decorosi

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Le ultime novità sulla manovra finanziaria per il 2020 non sono per niente rassicuranti per il mondo della scuola.

Niente soldi per cancellare le classi pollaio

Almeno per il momento, per esempio, non si parla ancora delle risorse che dovrebbero servire una misura importante alla quale il M5S tiene in modo particolare e cioè la diminuzione del numero medio di alunni per classe.
Il tema era stato affrontato con uno specifico disegno di legge a firma dell’onorevole Lucia Azzolina che però si era arenato dopo un po’ di sedute in Commissione proprio per difficoltà legate alla copertura finanziaria.
Adesso ci si aspetta che con la legge di bilancio il nodo venga affrontato e risolto, ma, come abbiamo detto, per ora di un finanziamento specifico per questo provvedimento non si parla.

Stop ai docenti di educazione motoria nella primaria

Così come non si parla di stanziamenti per numerose altre iniziative annunciate nel tempo (si va dagli insegnanti specializzati in educazione motoria nella scuola primaria fino alla istituzione dello “psicologo di scuola” o anche più semplicemente a fondi per incrementare le dotazioni delle biblioteche scolastiche o per sostenere progetti di “educazione ambientale”).
Per intanto va detto che i fondi stanziati per il rinnovo dei contratti pubblici potrebbero risultare nei fatti inferiori alle aspettative in quanto una parte di essi dovranno essere utilizzati per coprire i costi del cosiddetto “elemento perequativo” che era stato inserito nel contratto firmato a inizio 2018 per garantire anche agli stipendi più bassi di arrivare all’aumento di 85 euro concordato dai sindacati e dalla ministra Madia nel novembre 2016.

Siamo solo agli inizi

Va anche detto che per il momento la legge di bilancio è ancora in fase di “lavorazione” e quindi, per poter capire meglio la situazione, è bene attendere ancora un po’ di giorni.
Un fatto però è ormai certo: i tre miliardi chiesti da Fioramonti non ci saranno e alla fine, come sempre, la scuola dovrà “fare scuola con la legna che c’è”.