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Legge di bilancio: bene l’attenzione per i disabili, ma basta discriminazione nell’educazione dei figli

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Un anno fa 70 associazioni no profit denunciavano l’urgenza di “cambiare la legge di Stabilità 2021 perché la libertà più grande è quella di educare” contro macroscopiche ingiustizie verso le scuole paritarie. Poi lo sforzo comune di tanti corpi intermedi e di molti gruppi parlamentari si fece sentire.

Quest’anno va meglio. Ma non troppo.

Così le stesse 70 Associazioni no profit (Comitato Polis Pro Persona) in una lettera aperta ai gruppi di Senato e Camera (allegata) riconoscono che, nella attuale proposta per il bilancio 2022,  “il Parlamento sembra in alcuni passaggi voler proseguire nella giusta direzione, come all’art. 44, che stanzia risorse agli enti locali per portare i servizi per la prima infanzia ad uno standard del 33% sulla relativa popolazione, comprendendo i “servizi privati” (in disparte il lapsus linguae che ancora qualifica come “privati” i servizi di opere no profit che sono, invece, pienamente “pubblici” …)”. Ritengono, poi, “positivi gli stanziamenti destinati all’inclusione di bambini e ragazzi diversamente abili, sia all’art. 45, potenziando il servizio di trasporto scolastico, che all’art. 49, istituendo un fondo di 100 milioni per gli insegnanti di sostegno, così come confermando 70 milioni negli interventi di cui all’art. 1 quinquies legge 89/2016 per attenuare il grave divario che persiste in materia di accesso di alunni con disabilità alle scuole paritarie”.

Ma le decine di associazioni osservano anche che se, come impone la Costituzione e la “legge Berlinguer”, si devono garantire “uguali opportunità di accesso al sistema scolastico nazionale di istruzione senza alcuna discriminazione economica”, allora è “inaccettabile che permangano ancora gravi discriminazioni, quali quelle contenute agli artt. 107 e 108. All’art. 107 si incrementa di 300 milioni il fondo per le spese che le scuole devono sostenere per la pandemia in corso, ma limitando tale supporto alle sole istituzioni scolastiche statali, come se gli studenti delle paritarie potessero rimanere in condizioni sanitarie di maggior rischio! All’art. 108, invece, giustamente si aumenta di ben 240 milioni il fondo per gli insegnanti statali, senza accorgersi però che, in assenza di altre misure di giustizia, i docenti delle paritarie verranno così ulteriormente penalizzati e umiliati”.

Le associazioni allora chiedono ai parlamentari di porre mano a queste gravi discriminazioni, “almeno assicurando risorse dirette anche alle paritarie per la pandemia e una più equa valorizzazione degli insegnanti, perché, specie nell’emergenza in corso, nessuna forza politica può ancora girare la faccia di fronte all’ingiustizia che vessa quelle famiglie italiane che vorrebbero scegliere una scuola paritaria per i propri figli, ma che sono ancora costrette a pagare rette troppo elevate, oltre a partecipare alla fiscalità generale. Pertanto, non può certo essere ulteriormente aggravato l’attuale aberrante sistema classista di fatto, per cui il diritto educativo di tutti i genitori dipende dal reddito, a differenza di tutti i paesi democratici avanzati”.

Suor Anna Monia Alfieri