Home Politica scolastica Legge di Stabilità, per i sindacati è un bluff

Legge di Stabilità, per i sindacati è un bluff

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È severo il giudizio dei sindacati per la Legge di Stabilità, la manovra di bilancio approvata dal Consiglio dei Ministri ed in questi giorni al vaglio dell’UE, ma anche dello staff del Capo dello Stato.

A suonare la carica è Mimmo Pantaleo, segretario generale Flc-Cgil, che leggendo i provvedimenti contenuti nella manovra prova profonda delusione: “si bloccano ulteriormente i contratti nei settori pubblici, si tagliano le risorse al diritto allo studio e a tutti i comparti della conoscenza. Gli scatti di anzianità nella scuola saranno cancellati con conseguenze catastrofiche per i salari di docenti e personale Ata. Il paradosso è che da un lato si intende stabilizzare una parte dei precari e dall’altro si licenziano altri precari a partire dal personale Ata”.

Forte è anche la critica di Massimo Di Menna, appena rieletto segretario generale della Uil Scuola, secondo cui la Legge della Stabilità porterà una “doppia penalizzazione per insegnanti e personale della scuola: blocco del contratto e blocco degli aumenti di anzianità”. Con il risultato di produrre “nessun aumento, né per presunti pigri, né per presunti meritevoli fino al 2019”.

Rincara la dose Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, che nel commentare la versione definitiva approvata dal CdM si sofferma sui tagli attuati al settore: “l’articolo 28 diventa il 29, ma la sostanza non cambia”, pechè vengono “cancellati gli esoneri dei vicari dei presidi, addio alle supplenze brevi, tagliati oltre 2mila Ata, spariscono i commissari esterni degli esami di maturità, sottratti 30 milioni dal fondo per le attività a supporto della didattica, tagliato di 100 milioni il Fondo per le non autosufficienze”.

“Alla fine della fiera – continua Pacifico – i provvedimenti tanto pubblicizzati dal Governo e dal Ministro, il potenziamento dell’alternanza scuola lavoro e l’assunzione di quasi 150mila insegnanti, verranno pagati dalla stessa Scuola. È evidente che ci troviamo davanti all’ennesima manovra a costo zero. Ora c’è da sperare che in Parlamento possa essere modificata, evitando che ancora una volta a pagare siano i più deboli”.