Home I lettori ci scrivono Lettera aperta di un insegnante (precario) dei licei musicali

Lettera aperta di un insegnante (precario) dei licei musicali

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Alla MINISTRA DELL’ISTRUZIONE

 Al DIPARTIMENTO PER IL SISTEMA EDUCATIVO DI ISTRUZIONE E DI FORMAZIONE

Al DIRIGENTE DELL’USR DEL VENETO

Ai DIRIGENTI DEGLI UUSSTT DEL VENETO

Ai DIRIGENTI REGIONALI DELLE OOSS

E p.c.

Ai DIRIGENTI SCOLASTICI DEI LICEI MUSICALI DEL VENETO

Al CORPO DOCENTE DEI LICEI MUSICALI DEL VENETO

 

 

Egregio lettore,

 

Mi chiamo Marino Baldissera, attualmente docente a tempo determinato di Tecnologie musicali nonché Teoria, analisi e composizione presso il Liceo Musicale “G. Renier” di Belluno.

Le scrivo in merito alla vicenda della recente mobilità degli insegnanti dei licei musicali, chiesta a gran voce in particolare dai docenti in utilizzo presso questi istituti, colleghi peraltro stimabilissimi, sostenuta dalle organizzazioni sindacali e posta all’attenzione dei media con articoli usciti sulla stampa e sui principali siti internet dedicati ed iniziative che hanno coinvolto a vario titolo gli studenti e le famiglie interessate. Il fine ultimo è stato quello di permettere a questi docenti di proseguire la loro opera in questi istituti in nome della continuità didattica e della qualità dell’insegnamento.

Io sono un docente abilitato, non in ruolo, né tantomeno inserito nelle GAE poiché non sono riuscito ad abilitarmi in tempo utile per l’inserimento. Insegno Tecnologie musicali da 4 anni nello stesso istituto e, nell’ultimo anno, anche Teoria, analisi e composizione, con una più che decennale esperienza di insegnamento alle spalle, maturata nella Scuola Secondaria di I grado. Ho fatto lo stesso lavoro dei miei colleghi già di ruolo, titolari di cattedra alla scuola media e utilizzati (per loro scelta, consapevoli del fatto che l’utilizzazione ha carattere temporaneo), contribuendo a costruire nel tempo una realtà scolastica – quella del liceo musicale – di enorme valore sotto il profilo della crescita culturale ed umana sia per gli studenti che per noi docenti.

Nel 2016, con impegno, studio, fatica e tempo, sottratto anche alla mia famiglia che, nonostante ciò, mi ha spronato a non mollare, ho sostenuto il concorso ordinario bandito dallo Stato, inserendomi nelle graduatorie di merito di tre classi di concorso, tra queste: Teoria, analisi e composizione, e Tecnologie musicali (unico candidato ad essere inserito in graduatoria per il Veneto). A questo punto la tanto agognata stabilizzazione, che può metterti nella prospettiva di costruire un percorso lavorativo e personale molto più agevole di quanto non sia mai stato per me, sino ad oggi, mi sembrava a portata di mano. Poi, così come un miraggio appare e scompare in un attimo, ecco che il Ministero ha cambiato le carte in tavola, anche sulla pressione dei sindacati e delle iniziative promosse da chi ha fatto della “continuità didattica” una delle ragioni per spingere affinché si permettesse la mobilità del personale utilizzato.

E così, per quest’anno, il Miur ha deciso che il 50% dei posti disponibili presso i licei musicali, su base provinciale, andasse alla mobilità, con precedenza al personale già di ruolo in caso di posti dispari. Ora sappiamo benissimo che le materie musicali come Storia della musica, Tecnologie musicali e Teoria, analisi e composizione non permettono di raggiungere un orario-cattedra completo, là dove le sezioni sono solo una (cioè nella quasi totalità dei licei musicali italiani). Per questo motivo i pochi posti che si sono creati prevedono, al massimo, una sola cattedra per provincia per queste materie.

Il concorso ordinario che ho fatto io, invece, era nazionale ma su base regionale. Nel caso specifico del Veneto, i posti banditi per le materie che mi riguardano erano: n. 18 per Teoria analisi e composizione; n. 12 per Tecnologie musicali. I numeri però non trovano riscontro nella realtà dei fatti. Dove sono questi posti?

Il risultato di questo, che io chiamo il gioco delle tre carte, è stato che, nella mia regione, il Veneto, tutti i posti disponibili per Teoria, analisi e composizione nonché di Tecnologie musicali saranno coperti a tempo indeterminato da personale che ha fatto domanda di mobilità, senza aver passato nessun concorso specifico per questo tipo di insegnamento. Lo stesso destino tocca alla gran parte dei colleghi nella mia situazione che hanno concorso nelle altre regioni d’Italia. Considerando il limite di una sola sezione che il Miur ed il Mef stanno imponendo ai nostri licei musicali, questo significa che la possibilità di un futuro inserimento definitivo si fa pressoché nulla. O quantomeno flebile.

In definitiva, il risultato di questa operazione è che personale già di ruolo, titolare di cattedre soprattutto presso la scuola secondaria di I grado, ha potuto migliorare la propria personale posizione, ed il personale docente vincitore di concorso, già precario, continuerà ancora ad esserlo e con minori possibilità di inserimento nei licei musicali.

Aggiungo, inoltre, che oltre al danno si rischia la beffa, con la chiara possibilità che gli spezzoni rimasti disponibili per l’a.s. 2017/2018 possano essere assegnati al personale di ruolo che chiederà l’utilizzazione. E questi avranno, ancora una volta, la precedenza sui precari, anche quelli vincitori di concorso specifico, come me.

A questo punto chiedo: è giusto tutto questo?

Perché i posti (pochi) disponibili nei licei musicali non sono stati congelati a favore dei vincitori del concorso?

Perchè la “continuità didattica” tanto predicata non viene presa in considerazione se si tratta del personale precario che, in questi anni, ha contribuito anch’esso alla crescita dei licei musicali?

Perché i docenti precari, pur vincitori di concorso sulle specifiche classi di concorso, titolati, super-selezionati e, spesso, con anni di servizio specifico alle spalle, devono essere, seppur indirettamente, considerati non all’altezza di portare avanti un percorso didattico di qualità, all’altezza del personale in utilizzazione?

Andrà a finire che i vincitori di concorso, scaduti i tre anni di validità delle graduatorie di merito, dovranno ricorrere per l’ennesima volta ai vari Tar o giudici del lavoro per vedere riconosciuto il loro diritto (a questo punto lo è fuor di dubbio) ad una stabilizzazione?

Ebbene, scrivo alle SS.LL. con l’auspicio di poter suscitare una riflessione, o avere un riscontro, un’opinione in merito e, chissà, magari di poter leggere altrettanti articoli dove qualcuno si faccia portavoce di un disagio che non è solo mio, bensì di centinaia di insegnanti che, come me, hanno a cuore le sorti di questi “anche nostri” licei musicali, e che sperano che l’aver vinto un pubblico concorso non si trasformi in una mesta vittoria di Pirro.

Ringraziando per l’attenzione e la pazienza, saluto cordialmente.