Home Politica scolastica Ma siamo sicuri che da domani sarà una Buona Scuola?

Ma siamo sicuri che da domani sarà una Buona Scuola?

CONDIVIDI

Domani tornano sui banchi di scuola una buona parte degli oltre 8 milioni di studenti.

Fatta eccezione per l’Alto Adige che ha ripreso la scuola il 7 settembre e il Trentino il 10 settembre, Emilia Romagna, Toscana e Lombardia riprenderanno il 15 settembre, la Puglia e il Veneto riprenderanno il 16, mentre tutte le altre regioni riprenderanno regolarmente  le lezioni scolastiche domani 14 settembre.
Quindi entro mercoledì prossimo tutti i ragazzi italiani faranno rientro, dopo la lunga pausa estiva, nelle proprie scuole e nelle proprie aule. Come già riportato in un altro nostro articolo, quest’anno sono 7.861.925 i ragazzi iscritti nella scuola statale e oltre 960.000 quelli delle paritarie.
Questo avvio di nuovo anno scolastico è contrassegnato dall’attuazione della neo nata riforma della Buona Scuola. Infatti tra insegnanti, via Facebook, Whatsapp o Twitter, tutti si augurano, per l’inizio delle lezioni 2015-2016, un sentito “Buona Scuola!”. Ma siamo sicuri che da domani sarà veramente una Buona Scuola? Sembra esserne pienamente convinto il sottosegretario al Miur Davide Faraone. Infatti il politico palermitano, in un commento di oggi scritto sull’Unità, sostiene che la legge 107/2015 cosiddetta della Buona Scuola, è una legge che fornisce le basi “materiali” su cui poggia la crescita ed è il trampolino di lancio per il futuro dei nostri ragazzi. Inoltre il buon Faraone sostiene che con la riforma scolastica, fortemente voluta dal Partito Democratico, si otterrà la stabilità e la qualità della didattica.
Qualità e stabilità che consentiranno, continua nel suo commento sull’Unità Davide Faraone, il passaggio epocale da scuola centrata sull’insegnamento a quella centrata sull’apprendimento. Il sottosegretario al Miur parla di stabilità dei docenti, esibendo per questo 2015-2016 l’avvenuta entrata in ruolo di 38 mila docenti, e di altri 50 mila per il prossimo novembre. Inoltre Faraone parla di 40 milioni di euro, investiti per la formazione, e dei 500 euro annui della card per ogni docente.
Quindi per Davide Faraone non ci sono dubbi, “si tratta proprio di una Buona Scuola”. Eppure c’è una grandissima parte degli insegnanti italiani che sostengono l’opposto di quanto viene detto dall’esponente del partito democratico e del Miur. La legge 107/2015 è una legge regressiva, che tocca i diritti acquisiti dei docenti e in alcun modo agevola la didattica, piuttosto la ostacola. Si tratta solo di una legge che tocca la sfera organizzativa del lavoro, umilia il ruolo docente ed esalta quello dirigenziale.
In questa legge, sostengono molti insegnanti, non esiste nessuna componente pedagogica e didattica. Una domanda vogliamo porre al sottosegretario Faraone: “Cosa significa precisamente il passaggio da una scuola centrata sull’insegnamento a una centrata sull’apprendimento?”.
Forse Faraone non conosce l’etimologia delle parole e quindi fa una confusione epocale.