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Maestra morta sul lavoro, gli alunni seduti sull’altare al funerale. L’omelia: “Rendeva la loro vita più ricca, non solo di nozioni”

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Oggi, 27 maggio, sono stati celebrati i funerali della maestra 43enne che ha perso la vita mentre accompagnava i suoi alunni in gita, in Lombardia, lo scorso 19 maggio. Le esequie della docente originaria di Napoli hanno avuto luogo nella chiesa di Sesto Calende.

La bara con sopra la maglia del Napoli

Come riporta il giornale locale Varese News, erano presenti i familiari, i giovani alunni, con i suoi studenti seduti sull’altare, i tanti colleghi insegnanti, e gli amici. Fino a riempire non solo la chiesa ma anche l’omonima piazza nel centro di Sesto Calende.

Sulla bara, cosparsa di fiori, una maglia azzurra del Napoli. Ecco cosa ha detto il parroco durante l’omelia: “Una figlia una mamma, un’amica, una sorella. Una persona che sapeva regalare sorrisi e gesti d’attenzione a tutti. Una maestra di vita e una collega con cui era bello progettare, che poteva rendere la vita dei ragazzi più ricca e non solo di nozioni”.

“Un’insegnante che muore a 43 anni è solo una maestra. Nulla di più”

Secondo il maestro e giornalista Alex Corlazzoli, come ha scritto nelle pagine de Il Fatto Quotidiano, sarebbe stato giusto fare un minuto di silenzio nelle scuole in suo onore. Ecco le sue dure parole: “Se muore un operaio/a ad una catena di montaggio, un agricoltore in cascina, un poliziotto sulla strada, un politico tutti s’indignano, tutti restano sconcertati e spesso la categoria proclama uno sciopero, un picchetto davanti la fabbrica, magari un minuto di silenzio. Se muore, invece, una maestra in gita con i suoi allievi bastano due parole di cordoglio, un ‘poverina’ e poco più. Eppure quell’insegnante probabilmente stava facendo molte più ore di quelle che dovrebbe fare, magari senza un centesimo in più per il suo impegno e la sua responsabilità. Se tutto fosse andato bene magari neanche l’avrebbero ringraziata”.

“Per lei il minuto di silenzio l’hanno fatto solo nella sua scuola. Nulla di più. Fossi stato il ministro dell’Istruzione avrei chiesto di fermarsi in ogni istituto del Paese. Avrei partecipato alle esequie. Avrei chiesto al Prefetto di essere presente a nome dello Stato perché una maestra è un pubblico ufficiale”, ha aggiunto.

“Fossimo in uno Stato dove gli insegnanti sono davvero considerati e valorizzati, qualche trasmissione tv avrebbe dedicato una puntata a questa triste vicenda raccontando il lavoro di chi ogni giorno entra in classe vessato dalla burocrazia, intimorito dai superiori, sottopagato, costretto a fare scelte obtorto collo, spesso mandato in gita senza nemmeno poter recuperare le ore in più fatte. Figuriamoci la vita. Ma questo è un Paese dove un’insegnante che muore a 43 anni è solo una maestra. Nulla di più”, ha concluso.

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